gli ha dato un paio di lirette per il tram e il disturbo. La vettura è zeppa. Scendono due passeggeri e ne salgono dieci. Il bigliettario continua a
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appartenevamo è morto. Lo scuoiarono; conciarono, tesero, picchiarono la sua pelle e ne fecero scarpe. Dobbiamo camminare tutto il giorno con la nostra
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zucchero non ce lo metti. Penserei a un fioretto alla Madonna, se lo zucchero non mancasse, ma lo zucchero manca. Che cosa ne fai? Dove lo porti? Ninetta
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Ninetto voleva dipingere il tramonto e ne sono usciti scarabocchi. La mamma sorride asciugandogli i lacrimoni. - Colpa delle matite, non è vero? Senti ora
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. Specialmente i bambini se ne andavano, portati via dal male. Ora i preventori antitubercolari, dove i malati sono curati gratuitamente, i sanatori, le
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: - Buone a niente! Invece trillavano di gioia quando scoprivano i lamponi. Le fragoline soffrivano, e un giorno se ne lagnarono con il Signore. Lo
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d'ulivo benedetto, li inchiodano sulla porta di casa contro il temporale, ne mettono una fronda accanto ai letti Le mamme incominciano la pulizia in grande
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tricolore. Ora il soldato è venuto a trovare Lucia. - Che personaggio! - le dice tirandole le treccine. - Davvero ho una gran soggezione di te. Che ne
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questa roba, è un ottimo concime. In Sardegna ne abbiamo moltissimo, depositato durante centinaia di anni, da milioni di corvi. - Sì, ma i corvi non
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capricci: - Guarda che chiamiamo il vigile. Ed ella ogni volta che ne vedeva uno, tremava di spavento. Il vigile era per lei una specie di mangiabambini
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tappeto perchè maggio lo trapunti di fiori. I giardini e gli orti sono un paradiso. Che profumo di rose! Quante, quante ne fioriscono! Molte di esse sono
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soldati, si presentano al generale - dice il parroco, don Cesare. I ragazzi gli vogliono un ben dell'anima. A lui e alla chiesa. Don Cesare ne ha
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ne sa più di noi. Le massaie rurali devono sfruttare al massimo la terra e farla rendere. Le vicine di casa, i primi tempi, ridevano della mamma che
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sbuccia la frutta ne spreca metà. Lascia sempre un cucchiaio di minestra nel piatto. Getta i pennini quasi nuovi e strappa fogli dal quaderno senza
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- conclude sodisfatta - i miei soldatini sono stati così contenti dell'accoglienza che l'anno prossimo, il nove maggio, ne inviterò otto.
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corrono a salutarla insieme con Orione. I Tre Re se ne vanno a passeggio avvolti nel loro manto regale e tutte le stelle tremano al loro passaggio tranne
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e l'aquilone se ne va. Nino resta male e, non fosse per i ragazzi che gli stanno intorno, scoppierebbe in pianto. Invece dice: - Pazienza! Lo
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coltelluccio a serramanico. Ne fa tante fettoline sottili e se le mette in bocca con devozione. Poi raccoglie le briciole con le grosse mani nodose e
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I GIORNI DOVE SE NE VANNO? Quando un bambino lascia il Paradiso per scendere ad abitare sulla terra, il Signore gli affida i giorni che vivrà e gli
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pezzo di marmo, un solo filò di lana, la più piccola pianta? No. L'uomo, dunque, cambia forma alla materia che esiste già e ne cava fuori tante belle
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il Sacramento che ci fa perfetti Cristiani e soldati di Gesù Cristo, e ce ne imprime il carattere. - Chi riceve la Cresima quali disposizioni deve
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noi stavamo legando il frumento in tanti covoni: quando ho visto che il mio covone se ne stava alto e diritto in mezzo ai vostri, e i vostri si
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Giuseppe vicerè d' Egitto Giuseppe, uditi i sogni, disse al Re: - Con la luce del vero Dio, io te ne darò la spiegazione. Le sette vacche grasse e le
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contenersi ed esclamò - Io, io sono il vostro fratello Giuseppe, che voi avete venduto! Quale spavento ne ebbero i fratelli! Ma Giuseppe, che era buono
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fondo »204 Estate musicale » 205 La mietitura » 207 La giornata della Marina »208 I giorni dove se ne vanno? »210
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municipale, decide per il re. Il maestro sorride mentre i compagni scoppiano a ridere. - Questo non è un mestiere, nè una professione, caro bambino! Perchè
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La mamma porta all'anulare della sinistra un cerchietto d'acciaio. La maestra di Ninetta, sposa da poco, ne porta uno d'oro. Ninetta guarda spesso
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morto prima della nascita sua e di Ninetta, ma ne ammira sempre il ritratto appeso accanto al letto della mamma. È un bel piccino biondo con grandi occhi
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ne sceglie uno per classe, a turno, e tutti insieme formano la Milizia forestale della scuola. Nino amava la sua pianta, le prodigava tante cure
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legno. Di botte ne ricevevo lo stesso, però ho imparato a darne.
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cambiare colore nè sorriso. Io la vidi. l'ammirai nel suo fermo contegno e me la presi.
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se ne è andato. Un giorno di meno per diventare un uomo.
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porta con sè il suo lavoro e siede a conversare con lui e a tenergli compagnia. Il pino risponde col mormorio delle sue fronde e Lucrezia ne è tutta
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fiero della sua medaglia e a tutti ne racconta la storia. Non come la meritò, perché, dice lui, non mette conto, ma con quale oro fu coniata. C'era una
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. Il giovanotto va e non ne trova. Trova invece un vitellone di quattro anni. Tant'è - pensa il furbo - i conti tornano ugualmente. - Compra il vitello
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bambino. Mentre pensava, maneggiava le nubi come fossero mollica di pane e ne faceva gallinelle, montoni, fantocci: Il bimbo dal suo lettino vide i
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