sua mano si posò su un tavolino lí accanto, giocherellando con un piccolo portafiori di porcellana sul quale sorridevano due amorini. La stanza era
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cornice, e un timido sorriso sulle labbra. Rossella non diede neanche uno sguardo al ritratto, ma attraversò senza esitare la stanza fino al tavolino
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. Giunte a casa, Rossella salí barcollando nella sua camera, afferrò il Rosario che teneva sul tavolino e, piombando in ginocchio, tentò di pregare. Ma
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affacciò gioiosa all'uscio per dirgli che Rossella stava meglio, era veramente impreparata a ciò che vide. Sul tavolino da notte era una bottiglia di
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