esse fin dall’inizio, ma anzi il risultato di complesse e molteplici influenze reciproche, tanto che una regione dell’embrione che, in condizioni
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probabile che altre eventuali eccezioni al mendelismo siano pur esse soltanto apparenti, e sembra perciò pienamente giustificato concludere che le
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Le femmine sono molto raramente colpite dalla malattia: perché ciò si verifichi è necessario che esse siano figlie di padre daltonista e di madre
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Varie altre ne furono acquisite dipoi: fra esse ricorderemo ora, per la sua analogia con il caso precedente, il seguente studiato da L. V. Morgan
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vedere ora fino a che punto esse trovino conferma in altri organismi; ma è necessario dire subito che nessun altro animale, o vegetale, è stato
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, rappresentanti quasi ogni gruppo dell’uno e dell’altro regno sono state studiate dai citologi, e per la massima parte di esse può dirsi bene assodato
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continuità di esse forme, pur nel perenne avvicendarsi degli organismi.
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inattive» e s’è anche visto che ad esse corrispondono diverse qualità della sostanza di cui sono costituiti i cromosomi (cfr. pag. 216, e Fig. 63)
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bande spettrali. La disposizione e la struttura di queste striscie è costante, fin nei minimi particolari, così che esse costituiscono dei punti di
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esse stabilire se e quanto i figli possano differire dai genitori e se queste differenze possano andar sommandosi di generazione in generazione in modo
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single variations, le quali sono invece trasmissibili ai discendenti, ma credette si trattasse di casi eccezionali e non ritenne ch’esse potessero
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che sono totalmente ereditarie. Esse possono costituire il punto di partenza di razze o specie elementari, e su di esse opera poi la selezione
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, ma le cellule sessuali ricevono una rappresentanza di tutte le gemmule provenienti da tutte le cellule. Esse rimangono inattive, finché
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proposito, e finora si può concludere che le mutazioni insorgono in natura con altrettanta frequenza che in domesticazione. Soltanto che in natura esse
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mutazioni indotte da una piccola dose sono acquisite definitivamente e non v’ha alcun processo di restituzione: esse si sommano con quelle prodotte
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Si può perciò misurare la «dose» delle radiazioni a onde corte, calcolando il numero degli ioni che esse producono in un dato volume di gas, in
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degli ioni che esse producono in un dato volume di gas, in determinate condizioni di temperatura e di pressione. L’unità di misura si chiama «Röntgen» e
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dalla temperatura esterna. Esse, quando siano di una certa entità, cioè superino di molto il valore medio, possono essere sufficienti perché gli
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Queste aberrazioni, come le mutazioni geniche, si verificano spontaneamente, ma molto di rado; anche di esse i raggi ionizzanti aumentano di molto la
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Già abbiamo accennato, in varî punti, alla presenza di mutazioni che interessano la struttura dei cromosomi. Nella massima parte dei casi esse sono
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e spermatozoo, in quanto parte dell’organismo paterno o materno, sono provviste anch’esse di un frammento dell’idioplasma, il quale, nel corso dello
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vista che ci interessa, esse dimostrano che lo sviluppo di uno zigote aploide è possibile, e che questo risulta costituito di tutte le parti che
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formazione dello zigote, perché esse sono completamente «matrocline» cioè hanno soltanto i caratteri materni, e nessuno dei paterni; devono perciò
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poche piante sicuramente ibride, ma fertili. Si constatò (Clausen e Goodspeed, 1925) che esse avevano 72 cromosomi, erano cioè esaploidi, derivate
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egualmente a tutte le cellule, ma soltanto alcune di esse, quelle che saranno destinate a formare le cellule germinali del nascituro, lo ricevono
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, quando siano equilibrate; spesso però esse (soprattutto le polisomiche) sono causa di una minore vitalità degli individui che ne sono affetti.
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sempre più ristretto di determinanti, così che infine possiedono soltanto quelli caratteristici delle qualità che esse devono definitivamente
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staccate prima che abbiano compiuto il loro sviluppo e tenute poi in vita libera, esse formano degli intersessi di vario grado, secondo che il
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, anche il corpo, o soma, manifesta una sessualità. Le cellule che sono a diretto contatto con le cellule germinali costituiscono, insieme con esse, quelle
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maturi perché esse fossero comprese, e, con quell’avvenimento, si iniziò una nuova era per gli studi sull’eredità. Tosto gli esperimenti si moltiplicarono
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distribuite fra le varie cellule, in modo che ciascuna di esse vada a costituire una determinata parte del corpo?
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lumi ch’esse fornivano, costituiscono indubbiamente la base più cospicua e più organica del corpo delle attuali conoscenze biologiche. Nuove discipline
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, che insorgono spontaneamente nel plasma germinale, e sono perciò totalmente e immediatamente ereditarie (mutazioni). Su di esse agisce la selezione
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genetisti non ritengono oggi probabile che le mutazioni siano esse stesse dirette verso un determinato fine. L’evidenza sperimentale finora raccolta
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Diverse sono le condizioni che vigono per le mutazioni recessive. Se esse presentano qualche manifestazione fenotipica (intesa in senso largo, e
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di esse il giuoco del caso può portare dopo un certo numero di generazioni (tanto più breve quanto più scarsa è la popolazione di ciascuna colonia
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Dal poco che si è detto risulta chiara l’enorme importanza delle ricerche di genetica umana, e l’opportunità che esse siano intensificate e dirette
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quadro delle scienze biologiche, se non come una parte delle discipline zoologiche e botaniche. E la connessione con esse discipline rimane e deve
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sarebbe se si esaminasse un grandissimo numero di individui. Parleremo perciò, d’ora innanzi, di curve, anziché di poligoni, intendendo che esse
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qualità di alimento ch’esse trovano nelle diverse stagioni.
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influenzare il fenomeno è diversa per ciascuna di esse. Il risultato finale dell’azione
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che esse possano costituire un grado di passaggio fra le modificazioni, non ereditarie, e le mutazioni, ereditarie; quindi la loro importanza per la
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di razza pura: i nani non erano dunque ibridi. I rimanenti 3/4 di piante alte invece si comportavano in modo diverso: 1/4 circa di esse davano una
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Se consideriamo poi le caselle poste sulla diagonale N. 1, 6, 11, 16, vediamo che ad esse corrispondono gli omozigoti, cioè gli individui che
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Poco dopo la riscoperta delle leggi di Mendel, nel 1902, W. Bateson in Inghilterra, e L. Cuénot in Francia, riconoscevano che esse non sono affatto
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Sembra oggi pienamente giustificato riconoscere un valore universale alle leggi di Mendel. Là dove esse soffrono di qualche limitazione, o eccezione
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