finale. Più pratici sono i trattati moderni; i migliori, secondo me, sono quelli tedeschi; ma anche lì ci si affanna parecchio sin da cavarci qualcosa che
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È mia opinione che la tela assorbente sia quella da preferirsi. Tanto le tele assorbenti in vendita presso i mercanti quanto quelle che il pittore
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una pennellessa si dà a tutta la tela poggiata orizzontalmente. Si faccia scorrere il pennello in lungo e in largo su tutta la superficie in modo che
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: si prenda una boccetta dal collo abbastanza largo; si rompa un uovo a metà e passando il torlo da una metà all’altra come fanno i cuochi ed i
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È bene però studiare gli effetti del pennello come quelli della matita con cui si disegna. Il pennello corto e tondo dà una pennellata soda e si
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’essere molto diluito nell’essenza di trementina; questo disegno asciuga in qualche minuto, allora si dà a tutta la tela la seconda mano di colla e le due
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quantità di cera da aggiungere dipende dal grado di opacità che si vuol dare alla vernice.
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(senza sfregare); si riscaldi un po’ il dipinto poi in una tazza si sbatta un chiaro d’uovo finché schiumi e ci si aggiunga un cucchiaino da caffè d
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In genere è bene, prima di dare qualsiasi vernice a un quadro finito di recente o da tempo dipinto, lavarlo bene con acqua e sapone.
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da sé è quasi impossibile, l’ambra è una resina fossile e per discioglierla occorrono altissime temperature; quella che si trova in commercio non è
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pittura e dargli il tono del quadro da museo. Ma quando si dipinge sopra una tela non assorbente per rendere il prosciugamento dei colori più rapido, si
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evitare di metterlo a contatto con qualsiasi metallo. Il giallo minerale è un colore da scartarsi; altera gli altri colori e usato solo anche sotto la
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di velature. Ma è pure piacevole di lavorare su tele soltanto preparate a gesso. Io ho spesso ottenuto degli ottimi risultati dipingendo su tela da
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Ho spesso provato pure a dipingere su tela incerata, quella comune che si usa per coprire i tavoli nelle camere da bagno; gli effetti che si
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subito senza ritornare su parti già prosciugate. Se, putacaso, il lavoro è tale da non poter esser finito in una giornata, è bene andar avanti
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’olio come si usa oggi e pensarono che questo fosse il segreto dei fiamminghi, dei ponentini, portato in Italia da Antonello da Messina; mentre si
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si ammuffiscono. Per la macinazione si può usare una spatola da tavolozza e una lastra di vetro grosso che possa resistere anche a una pressione
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cucchiaini da caffè d’olio di lino crudo; 1 cucchiaino da caffè d’aceto bianco; 6 o 8 cucchiaini da caffè d’acqua.
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Con questa tempera a colla si ottiene una pittura di grande purezza e luminosissima. Si possono modellare e finire dei dettagli al punto da poterli
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Provai e riprovai parecchie combinazioni di tempera grassa mescolando l’uovo con le vernici e le gomme d’albero. Una tempera di questo genere che dà
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L’inconveniente della tempera di ciliegio è che dà una materia un po’ fragile; con tale tempera è meglio non dipingere su tela tirata sopra il telaio
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Bisogna ancora far osservare che il nome tempera di ciliegio non va preso alla lettera. Si dice che la gomma di ciliegio sia quella che dà la più
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aggiungono due cucchiai da minestra di olio di lino cotto che si sceglierà di prima qualità; si aggiunge ancora un cucchiaino da caffè di trementina
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«brucio» kaio. Ma l’ho scritta così per meglio specificare la stretta parentela e, direi quasi, la perfetta somiglianza che questa tempera, inventata da un
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La tempera a cera con cui ho parecchie volte dipinto fu scoperta nel Seicento da un frate pittore spagnuolo chiamato Regueno. Consiste in un
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Settecento dal Conte di Caylus. Più tardi vennero riprese in condizioni migliori da Henry Cros, scultore e pittore, aiutato dalle pazienti ricerche d’un
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scioglie a bagnomaria della cera vergine nell’essenza di trementina (a parti eguali) e con un pennello morbido e flessibile si dà a tutto il dipinto
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lino cotto ed è superiore a questa perché non si altera; inoltre è facilissima a farsi; eccone la ricetta: 1 torlo d’uovo; 2 cucchiaini da caffè d’olio
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nero; si dà questa tinta su tutta la tela con cura e attenzione perché l’impasto risulti bene eguale su tutta la superficie; poi si lascia un po
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ancora le pareti della mia camera da letto e ne sono talmente innamorato che più volte rifiutai delle somme importanti offertemi da persone che la
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inumidire prima con olio e trementina la parte da velarsi; la buona riuscita d’una velatura dipende spesso dal grado d’inumidimento che offre la parte che
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finezza tale che si cercherebbe invano di rifarne uno simile mescolando dei colori sulla tavolozza. Un azzurro sfregato di bianco dà pure un grigio
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In quanto alla vernice da usare nella pittura a vernice io consiglio sempre la Damar.
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Non ho la pretenzione di colmare, con il presente volumetto, tali lacune. Invitato da Giovanni Scheiwiller a scrivere qualcosa sulla tecnica della
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