tensioni T A e T B, agli estremi o, ciò che è lo stesso, la differenza compatibile coll’equilibrio fra le intensità F A ed F B delle forze terminali.
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Ciò posto, immaginiamo che il corpo S sia mantenuto in equilibrio da certe forze applicate a punti delle facce terminali σ1, σ2 e da una certa
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terminali in A e B, entrambe normali, per ipotesi, alla direttrice. Se per semplicità ammettiamo che le sezioni del corpo normali alla direttrice seghino
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due fette terminali, nel qual caso sulla faccia σ1 o σ2 è sottoposta alla sollecitazione F A, M A, o F B, M B rispettivamente. Per precisare codeste
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Per determinare le condizioni ai limiti, basta ripetere le considerazioni precedenti per le due fette terminali: così p. es., se ci riferiamo alla
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