12. Poiché, data una qualsiasi direzione orientata, si può sempre immaginare di aver prescelto uno degli assi, p. es. quello delle x, parallelo e di
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Dalla (24) risulta che il diagramma orario di un moto uniformemente vario è una parabola, avente l'asse di simmetria parallelo all’asse dei tempi e
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codesta direzione e codesta giacitura e si conducano per B il piano parallelo a fino ad intersecare la r in B' e la parallela ad r fino ad in in B". Il
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Qualunque sia a, il vettore a v è parallelo a v (o nullo) e, viceversa, per v ≠ 0, ogni vettore v' (nullo, o) parallelo a v è rappresentabile sotto
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, P - O si conserva parallelo a P 0 - O, qualunque sia t. Si tratta quindi di moti rettilinei, compresi in particolare tra i piani.
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Che poi si tratti di moto rotatorio risulta senz’altro dal fatto che in base alla (10) tutti i punti P tali che P - Ω sia parallelo ad ω (cioè i
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In quanto il vettore come derivato di un vettore ω parallelo all’asse, è pur esso tale, il primo addendo del secondo membro della (12) risulta
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Escludiamo, naturalmente, che sia τ = 0 (moto rotatorio) od ω = 0 (moto traslatorio) o infine che sia ω parallelo a τ, nel qual caso l'asserto è già
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parallelo al primitivo.
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con P - P 1 parallelo ad ω, si può scrivere sotto la forma
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Così, l’asse centrale del sistema di vettori, come luogo dei punti, in cui il momento risultante è parallelo al risultante, dà in questo caso l’asse
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Si consideri in secondo luogo un moto rigido parallelo ad una giacitura fissa, quale si può realizzare costringendo un piano P solidale col sistema
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parallelo ad ω.
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Si rileva di qui che le due derivate coincidono sempre e solo quando si annulla ω Λ v, cioè quando v è parallelo all’asse di moto della terna mobile
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2. La circostanza assodata al n. 26 del Cap. III che un moto rigido parallelo ad una giacitura fissa presenta ad ogni istante un atto di moto
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Si prolunghi la ΩO fino ad incontrare ulteriormente l in I ', e si guidi il segmento P'I'. Questo riesce necessariamente parallelo ed eguale ad IP.
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orientata r e vettore applicato PQ che non la incontra, né le è parallelo) coll’intesa evidente, che ci si riporti al criterio precedente, sostituendo a
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attorno ad un albero parallelo.
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In particolare se immaginiamo un vettore applicato v, decomposto nei suoi componenti v ', v", normale e parallelo ad r, e aventi la stessa origine di
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momento risultante è parallelo al risultante R, o, in particolare, nullo. La questione si potrebbe trattare per via geometrica in base alla (29). Ma è
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Basta applicare la (11') supponendo lo spostamento elementare parallelo ai tre assi; cioè supponendo successivamente dy = dz = 0, dz = dx = 0, dx=dy
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') supponendo lo spostamento elementare parallelo ai tre assi; cioè supponendo successivamente dy = dz = 0, dz = dx = 0, dx=dy=0.
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sull’asse z e il parallelo, cioè la circonferenza di centro Q passante per P. La forza F in P si definisce, come nel caso precedente, considerando il
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Analogamente, se la forza F ha direzione fissa, basta scegliere l’asse di riferimento x parallelo alla F per ridurne identicamente nulle le
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una giacitura fissa, basta scegliere il piano di riferimento z = 0 parallelo a codesta giacitura, perché la componente Z della F risulti identicamente
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invece parallelo a detto piano (o in particolare zero) il prodotto scalare M x R è (n. 19) nullo.
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Prendiamo per asse delle z l’asse r0 parallelo ad r, passante per il baricentro G. La retta r avrà per equazioni:
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Il momento di inerzia di un sistema rispetto ad un asse r è eguale al momento di inerzia Ί0 rispetto all’asse parallelo r 0 , passante per il centro
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di questa retta col piano parallelo ad Oxy condotto per Pi) saranno a, b, z i. La distanza di Pi dall’asse r non è altro che la lunghezza del
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1° il raggio di girazione relativo all’asse parallelo baricentrale;
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esercizio, sia ricorrendo ai nn. 30 e 21) che il raggio di girazione, rispetto ad un asse baricentrale, parallelo ad uno degli spigoli, vale essendo
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momento rispetto all’asse baricentrale parallelo alle basi (cioè ai segmenti di lunghezza B o b)vale
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baricentrale parallelo all’asse di rotazione; R la distanza di G o dall’asse di rotazione; x l'analoga distanza di un generico elemento dG; ξ l'ascissa
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Sia S un corpo rotondo omogeneo, la cui sezione meridiana σ si suppone dotata di un asse di simmetria, parallelo all’asse di rotazione. Sieno δ e δ
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34. Per un anello a sezione ellittica (r raggio medio; a e b semiassi della sezione, di cui il secondo parallelo all’asse di rotazione) si ha [cfr
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dimostrare anche con procedimento puramente analitico, nel modo seguente. Indichiamo con K un vettore unitario parallelo ai vettori del sistema e
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Nel caso generale, in cui R ≠ S, il sistema equivale ad un unico vettore parallelo ai dati, coll’origine in un punto C (detto anche in tale caso
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È manifesto che, se il vettore v (pur variando) si conserva costantemente parallelo ad una retta, oppure ad un piano, lo stesso segue per Δv, e
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[La latitudine λ del parallelo in questione verifica l'equazione ].
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sussistere (anche prescindendo dall’attrito volvente), purché l'inclinazione α del piano non superi l'angolo d’attrito e sia inoltre Su quale parallelo deve
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continuità, ed M descrive un’effettiva curva sferica λ. Se l è piana, tale è anche λ, e il suo piano risulta parallelo a quello di l; giacché tutte le
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tal caso sempre parallelo al piano della curva, e allora (n. 59) lo stesso segue per
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parallelo ai vettori t et 1, quindi anche a t e a o ancora a t e . Al limite, esso sarà parallelo a t e a e quindi coinciderà necessariamente col
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Queste esprimono che il vettore ove non sia nullo, è perpendicolare ad un tempo a b e a t, il che è quanto dire parallelo ad n. Si può pertanto porre
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Quanto più rapidamente gira la sfera, cioè quanto più grande è ω, tanto più piccolo risulta cosζ: perciò il parallelo orizzontale d’equilibrio va
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equilibrio relativo in posizioni diverse dai due poli. Superato questo limite, il luogo delle possibili posizioni di equilibrio è un parallelo orizzontale
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una coppia resistente, cioè una coppia di momento Γ 2 sempre parallelo all’asse di rotazione e diretto per verso opposto;
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una coppia motrice, cioè una coppia di momento Γ 1 parallelo all’asse di rotazione (ossia perpendicolare al piano del cerchio) il cui verso di
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28. Il moto di rotazione si può notoriamente trasmettere da un albero ad un altro parallelo mediante una cinghia tesa, inserita nelle gole di due
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Dalla definizione stessa discende che il risultante di quanti si vogliano vettori paralleli ad una retta (o ad un piano) è pur esso parallelo a
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