) apparirebbe sempre lungo un metro ad un osservatore trascinato dal suo moto, mentre ad un osservatore fermo apparirebbe lungo un metro meno cinque
Passiamo oramai dal punto di vista intrinseco a quello di un osservatore generico considerando un punto P(t) mobile comunque nello spazio e
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Come si è detto al n. prec., l’eclittica non è altro che il piano in cui ad un osservatore terrestre sembra avvenire il moto annuo (kepleriano anzi
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, per un osservatore terrestre, il moto) di un generico pianeta.
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. Un osservatore in P (secondo le vedute dell'ottica classica) attribuisce al raggio luminoso che gli perviene da O non la velocità (assoluta) c u, ma
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r' subordina un verso nel fascio. Rispetto ad r (cioè rispetto ad un osservatore orientato, dai piedi alla testa, come r) il verso anzidetto (o se si
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luogo dei punti in cui vengono in presa due denti: si intende luogo riferito ad un osservatore fisso, ché, rispetto a ciascuna ruota, il luogo dei
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Possiamo immaginare l’osservatore fisso (nel piano del moto) schematizzato dal centro istantaneo I e dalla perpendicolare IT alla retta dei centri OO
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un valore assoluto, cioè indipendente dallo stato di moto o di quiete dell’osservatore.
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Così, per un punto materiale generico, l’a relativo alle stelle fisse, non è l’a, quale apparisce ad un osservatore terrestre, poiché la Terra, com’è
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Per un osservatore coi piedi in O (punto qualsiasi interno alla striscia compresa fra le due linee d’azione) e capo dalla banda del momento M, il
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velocità della luce, in assenza di azioni perturbatrici, è una costante universale largamente indipendente dalle condizioni di moto dell'osservatore
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una terna destrorsa. Siamo ora in grado di dar forma più espressiva al risultato. Immaginiamo per ciò un osservatore ritto secondo t. Rispetto a lui
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