In quest’ultima espressione di il secondo fattore per ogni t finito è sempre diverso da zero (e positivo) e il primo fattore, in quanto la sua
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la velocità areolare rispetto ad O è data, a meno del fattore da Ora, qualunque essa sia, si ottiene, derivandola rispetto al tempo,
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Inoltre è facile dedurre dalla 3a legge di Keplero che il fattore di proporzionalità
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dalla velocità della corrente (si intende dal fattore di proporzionalità fra distanza e velocità).
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cioè si riconosce valida la proprietà distributiva anche per il primo fattore di un prodotto vettoriale. Come in Algebra, la proprietà si estende poi
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convenendo di assumere, come misure dei pesi delle varie possibili quantità di sostanza campione, numeri proporzionali ai rispettivi volumi. Il fattore di
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8. Resta da farsi un’idea del fattore di proporzionalità, che chiameremo h. Nel caso del peso, esso è una quantità costante, la nota g (cfr. Cap. II
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proporzionale al peso p del corpo; il fattore di proporzionalità k, essendo poi sempre lo stesso (per ogni corpo assimilabile ad un punto materiale).
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la quale risulta valida per ogni istante t, e mostra che la forza è a ritenersi proporzionale all’accelerazione, il fattore di proporzionalità
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e tempi) per il fattore numerico costante che dipende dalla scelta dell’unità.
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Conclusione ben ovvia, quando si pensi che l’introduzione di un fattore di proporzionalità equivale appunto a lasciare indeterminata l’unità di
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moltiplicati per uno stesso fattore λ (come accade per es., quando, restando inalterato l'ente geometrico, si cambi l’unità di lunghezza, assumendo
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quadrato della velocità del moto, e che il fattore di proporzionalità è una funzione di certi numeri puri, il cui significato abbiamo più sopra messo in
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Ma nell’ultimo termine a secondo membro il fattore
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Siccome un comune fattore di proporzionalità applicato alle masse dei punti di un sistema, non ne altera il baricentro, così rimane provato che il
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Dove il fattore di proporzionalità f è una costante universale, sempre la stessa per qualsiasi coppia di masse (sia che esse appartengano a corpi
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Di solito (cfr. l’avvertenza del Cap. VII, n. 24, a proposito di un generico campo di forza) si suol prescindere dal fattore m e chiamare potenziale
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Avremo raggiunto il nostro intento se mostreremo che, nelle derivate di U* rapporto ad x, y, z, rimane (come in U*) un fattore ε3 (moltiplicato per
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potenziato P, ossia dal crescere di ρ, le derivate di U* tendono a zero per doppio motivo : per la presenza del fattore ε3sotto il segno, e per quella del
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dove il fattore di proporzionalità h dipende dalla natura materiale delle superficie a contatto, non dal raggio R.
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talché il fattore h si può interpretare come il massimo braccio di leva (rispetto a g) che si può dare, senza pregiudizio dell’equilibrio, ad una
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Codesto fattore h si suol chiamare coefficiente o, meglio, parametro di attrito volvente; e, a differenza del coefficiente f d’attrito radente, non è
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Notiamo, infine, che, il fattore h 1 ammette una interpretazione perfettamente analoga a quella data al n. 27, nel caso del cilindro, per il
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30. Come già nel caso tipico del cilindro, si può ritenere che l’attrito di rotolamento Γ τ sia proporzionale al peso e che il fattore di
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contiene λ4 a fattore.
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il resto, che contiene a fattore.
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’elemento e alla sua distanza dalla verticale mediana. Assumendola come asse delle y (colla direzione positiva verso l’alto) e designando con p il fattore di
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parametro h (che figura a fattore in k) e il raggio del mozzo ρ (che figura a fattore in ε); quanto migliore è la lubrificazione, cioè piccolo φ (ε
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Ne risulta anzitutto che sin (γ - λ) contiene ε a fattore, talché, trascurando ancora può assimilarsi all’unità, ed ε sin (γ - λ) allo zero.
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