) è fornito dalla «teoria dei vettori». Ne esporremo perciò in questo Capitolo introduttivo i concetti fondamentali e le regole elementari di calcolo.
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1 del parallelogramma OA 1 A 2 A 1 di v 1 e v 2. Più generalmente va ritenuto che tutte le regole del calcolo letterale relative ai segni + e -, alla
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In conclusione valgono anche pel prodotto scalare le regole consuete del calcolo algebrico.
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24 . Applicando tali regole di calcolo, è facile esprimere le componenti L, M, N di un prodotto vettoriale v 1 Λ v 2 (rispetto ad una terna
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19. La definizione di profili coniugati (n. 7) può essere utilizzata direttamente per il loro effettivo tracciamento; e se ne possono dedurre regole
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di punti materiali localizzati su S. Diviso S in parti ΔS abbastanza piccole, ad ognuna fa riscontro un punto materiale secondo le regole testé
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ordinarie regole di derivazione. Applicandole alla funzione si trova successivamente
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punto di infinito, se esista o no codesto limite, cioè l’integrale generalizzato. Basta, come per la convergenza delle serie, possedere delle regole
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62. Ne consegue che per la derivazione vettoriale valgono le regole della derivazione ordinaria. Ad es., la derivata di un vettore costante è nulla
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Bisogna dunque (pur fissando il principio che si abbonda in precauzione quando si tengono come regole pratiche di equilibrio quelle che corrispondono
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onde risulta che, anche per la somma di un punto con un vettore e per la differenza di due punti, valgono le regole della derivazione ordinaria.
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, esse possono dedursi l’una dall’altra applicando le consuete regole di calcolo algebrico ai simboli di punto. Lo stesso dicasi per la identità
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