fanti principi e sovrani, i quali s'inchinavano avanti all'usurpatore, non sapevano insorgere alla difesa dei loro sudditi; pensava all'imperatore
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tribù ai romani, di riconoscere l'imperatore, di pagare un annuo tributo. Le sue parole vengono accolte con un riso di scherno. La sua tribù più non
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rivali colla potenza del suo genio immortale? Egli era grande come imperatore; il più grande tra i Cesari, ma più, assai più grande per il suo canto
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la mente. Valeva la pena d'essere imperatore? Non era meglio render felici le genti col suo canto? Un cortigiano l'avvicina collo spavento sul volto
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maledetta creatura dell'imperatore teutone, non profanerà queste chiese; il suo nome non vi verrà mai fatto. Noi in comunione coll'antipapa? Mai! Viva
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diventare il suo cappellano umile e devoto; perché egli è l'imperatore e perciò il capo universale della Chiesa e dello stato; nel suo petto sono due
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