mi perseguitava, che non volevo accusare nessuno. Eppoi, passato il primo stordimento, a misura che camminavo in quella strada di paese sconosciuto
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, m'irritava, mentre io stesso, in fondo, ne sentivo tanta per lei. Quando si finì di mangiare, quella sera, ella si alzò e andò in cucina, ma ogni
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, già impressionata dalle parole di Elisabetta. - E allora tienitelo, - gridò il marito. Bona chinò un po' la testa su quella del bambino, ma sollevò
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portasse fuori da quella mia arida disperazione. Poi non ne facevo niente. Eccomi di nuovo in riva al mare, sdraiato come un cane sulla sabbia umida. Nei
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nell'ombra, fra arbusti e canne d'India, conducesse ad un bosco. La porta della cucina e quella della drogheria erano coperte di tende rosse: da quella
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mare le mandi gonfie e feroci per divorarsi la terra. Così - pensavo - finiscono le nostre passioni! Ecco che io, in quella lettera, avevo raccontato
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Sì, io acconsentivo. A che cosa? A cedere la mia creatura? A diventare l'amante di quella donna? Acconsentivo a tutto, ma solo alla superficie: in
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amare: lei sola è quella che mi fa del bene, perchè mi richiama a me stesso.
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presenza era accettata e sopportata da tutti come quella di un essere perfettamente innocuo. E io stavo fermo, quieto, come stava ferma e quieta a
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qualche gita in piena campagna. È che oltre a quella torbida speranza di peccato, sentivo intorno a me un'aria nuova; un filo di sole penetrava per
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. Forse era venuto con quella sola intenzione, ma voleva salvare le apparenze, conservare intatta la sua compostezza. Parlò, ma brevemente. Oramai capivo
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portava. La prima volta vidi la porticina aperta e in fondo al corridoio il quadro verde del giardino; e quel passaggio stretto, con quella luminosità
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fondo ero contento della sua malattia, che m'impediva di tornare in casa del nostro creditore: un odio sordo mi vinceva per quella gente, compresa la
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, con gli occhi lucidi e fissi: s'era tolto il fazzoletto e coi capelli grigi scarmigliati e quella espressione inquietante degli occhi mi destava
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, avanzandomi fino all'uscio della stanza che ben conoscevo. E dapprima mi parve di sognare, o di aver sognato, perchè nulla era mutato in quella stanza: la
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volevo rubarne alla zia. Quando tutto sarà sistemato, pensavo, quando sarò riuscito a portar via la bimba da quella casa e metterla a balia per conto
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diavolo mi aiutava, e mi spingeva, quella sera. La zia s'era già messa a letto, quando rientrai. Era pallida pallida, e spalancò gli occhi come
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, col visetto molle tutto bagnato di latte, con gli occhi chiusi. Aveva un sonno ben profondo! L'aggiustai meglio, cercando di metterla in quella
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fossero fermati lì protesi a salutare un essere invisibile che passava nella strada bianca illuminata. Quella strada, quel chiarore, mi fecero paura
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al soffitto, casse antiche, letti medioevali. In quella di Albina gli oggetti avevano un aspetto ancor più grave, quasi misterioso, illuminati
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Albina dormì poco, quella notte. II calore del bambino si comunicava al suo corpo duro e legnoso ma sopratutto alla sua anima. Era un'anima dura
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facile; la stessa vita monotona che conduceva, in quella specie di fortezza ch'era la sua casa, glielo conciliava. Così, quella mattina, sebbene avesse
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commuove neppure il suo pianto. Bona non discusse oltre; ma andava via quella e sopraggiunte altre donne, come il bambino non cessava di lamentarsi, si
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stato di prima, e lasciava fare agli altri quello che volevano. Così, il cieco passava silenzioso lungo la parete della cucina, poi di quella della stanza
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di rame che non, si adoperavano mai, si usciva in un cortiletto cinto di muri altissimi ricoperti d'edera e di luppoli. In quella specie di gabbia la
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, adesso, terribilmente diverso. Mi accorgevo che desideravo la ragazza dal fazzoletto rosso: la sua testa mi stava davanti agli occhi come quella del
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pensavo: - Come potrei coltivarli meglio io questi campi, se quella ragazza è la figlia del padrone e volesse sposarmi! Ed ecco subito, quasi cercata dal
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diressi a quella volta: inciampavo fra I'erba, piu ubriaco di quando m'ero sollevato dal ciglio della strada: ma giunto alla siepe mi accorsi che
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, ed ebbi vergogna di me stesso. Quella sera uscii; andai verso il mare. Era una notte di luna, d'una chiarezza inesprimibile: il paese era pieno di
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