! - La Cecina affacciò la testa da uno dei buchi, e ridendo rispose: Eccomi qua. - E il Re tornò com' era prima. Si sposarono; ma il Re, con quella
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lì; bisognava procurarsi la fatatura. E tornò addietro. Ma sbagliò strada. Quando s'accòrse d'essersi smarrito in un gran bosco e non trovava più la
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guardata fisso, tanto era bella! Il Re, contentissimo, tornò insieme con lei al palazzo reale, e ordinò che si preparassero subito magnifiche feste per gli
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! - E in quel momento di furore, la strangolò colle sue mani. Il babbo tornò dalla figliuola minore, e raccontò, piangendo, quelle disgrazie. — Babbo
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proseguì il viaggio. Era già passato un anno, e non si era saputo più nuova di lui. Il Re tornò dal ciaba, e disse alla ragazza: — Quell'uomo dev' esser
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cattiva stella, e di quella malia della ragazza! — Ma intanto s' incaponiva di più nel volerla per moglie. Il servitore tornò sano e salvo, colino di
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: lei stessa non si riconosceva. Da che il mondo è mondo, non s' era mai vista una bellezza pari a quella. Tornò nella città, dov' era il Reuccio, e
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Re mio padre. Senza il suo consenso, non voglio sposarmi. - Spedirono un ambasciatore, ma l'ambasciatore tornò presto: — Quello dice che siamo matti
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sformate, chi avrebbe avuto il coraggio di riportarle alla Regina? Tizzoncino tornò a casa piangendo e rammaricandosi. — Che cosa è stato, figliuola
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. - E tornò subito a casa: — Ah, gallettina mia! sono stata chiamata dal Re. Ho mangiato la testa del galletto, ed esso mi canta dentro lo stomaco. Se
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parecchi mesi il Reuccio tornò ad essere malinconico. Voleva star solo, non parlava con nessuno. — Che cosa avete, figliuolo mio? — Maestà, nulla
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disse, minutamente, come dovei regolarsi. Il giovanotto tornò dal mago: — Mago scellerato, ti sei fatto beffa di me! lingua per lingua, occhio per occhio
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. — Gobba sarai tu! - La Regina si tastò subito le spalle. Le era proprio spuntata la gobba. Tornò di notte, per non esser veduta; e il Re, prima di ogni
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Re l'abbandonò in mezzo al bosco e tornò al palazzo reale. Ma Serpentina, gira di qua, gira di là, non trovava l' uscita. Vide uno scarafaggio
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acchiappare il ladro; e, passati alquanti giorni, tornò a guardare: mancava un' altra bella somma! Si mise in agguato lui stesso; cominciava a
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cominciò dallo scarcerare la povera donna, e tornò a mandare dal mago: — Come rintracciare il bimbo? Lo avea rapito un cenciaiuolo e non se ne sapeva più
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finchè la battaglia non fu vinta. Tornò a palazzo reale vittorioso e trionfante, perdonò a tutti, e all' occasione dei suoi sponsali diè un mese di
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io! — E Testa-di-rospo glielo dava. Passato l'anno, la Regina tornò alla strega. — Maestà, i vestiti son pronti; ma baciate di non scambiarli. Per non
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battè la faccia e si ammaccò il naso. Senza aspettare che facesse giorno, tornò su in camera. Sentiva nelle carni un brucìo, un gonfiore!... Stende una
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acclamare altro. Nessuno più gridava: Viva il Re! tanto che Sua Maestà cominciò a esserne seccato, e pensava di levarsi di torno Niente-con-Nulla
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fatica sprecata. — Non importa; proverò. —- Tornò addietro e andò dalla Bella addormentata nel bosco: O Bella addormentata, vi prego, venite con me
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appresso quegli tornò: — Maestà, lo volete davvero quel cardellino? Promettetemi la mano della Reginotta e in men di tre giorni l'avrete. — Il Re lo
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vedi che cosa hai in mano? Il racconta, fiabe guardò: aveva in mano un pugno di mosche! E tornò addietro scornato, e di fiabe non ne volle più sapere
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pagava. E tornò a martoriarlo. — Dove sono le mie arance d' oro? — Se non mi farete più nulla, Maestà, ve lo dirò. — Non ti farò più nulla. — Son lì dove
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reale non si tocca. — Quel povero diavolo tornò nella grotta in cerca della vecchia, e si mise a piangere. — Che cosa è stato? — Mammina mia, i
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tornò, desolata, al palazzo. Eran passati sette anni. Della bimba non s'era più saputo nuova. Un giorno la Regina si affaccia al terrazzino e vede giù
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tornò a casa senza nulla. — Ah, gallettina mia! Oggi resteremo a gozzo vuoto. — Pazienza ci vuole: Mangeremo domani. - Il giorno appresso, sul far dell
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!... Tu sarai ducal... Tu sarai principe!... Ma il bimbo non si chetava. Talchè una volta, per prova, tornò a dirgli sottovoce: — Bimbo mio, tu sarai Re
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! — gli dicevano i ministri. gobbina e basta: no, mai! - E tornò alla caccia, ai boschi e ai forteti. Quella Reginotta gobbina aveva per comare una fata
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ragazza tornò indietro. — Che cosa è stato? — Maestà, trovai l' Uomo selvaggio, e mi domandò: — Chi sei? — Sono la Reginotta. — Lasciami vedere. — Mi
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, ecco uno splendore che abbagliava, e la vecchia: — Spera di sole, spera di sole, sarai regina se Dio vuole! — Il custode tornò dal Re, e gli riferì
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: — Le stava bene, stupidona! Sarebbe rimasta in un canto, con quel suo anello di ferro. - E all' anno appunto, tornò a presentarsi il pecoraio
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