piangeva: — Ah, poverina me! Son Regina senza Re! — Il Re per questo lamentìo, non la poteva soffrire. Andò da una strega e le disse: — Che cosa debbo
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, piangeva, batteva i piedi. — Oh! com' è brutta! La voglio qui! La voglio qui! — Il Re la fece chiamare: — Ragazza, vorresti entrare a servizio? — Maestà
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del Gran Turco s' era maritata il giorno avanti. Il Reuccio non sapea darsi pace; piangeva. Il Re, la Regina, tutti i ministri gli stavano attorno
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Reginotta zitta. Dovea affogarla davvero? E la tirò su; ma la rinchiuse in una stanza, a pane ed acqua. La Reginotta piangeva: — Cardellino traditore, te e
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finestra che glielo strappò di mano e sparì. La Reginotta piangeva giorno e notte. Povera figliuola, faceva pena! E tutta la corte stava in lutto. Intanto in
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mancava nulla, ma s' annoiava a star lì senza vedere un viso di cristiano. Spesso piangeva, pensando al babbo e alla mamma; ed una volta si mise a
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sonno, pensava al babbo e alla mamma: — Chi sa se più si ricordano di me? Forse mi credono morta! - E piangeva sui guanciali; quand' ecco sente buttar
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seccata di tenere in braccio quel cattivello che piangeva perchè voleva la mamma. In quel punto comparve un cenciaiolo: — Cenci, donnine, cenci! — Lo
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qualunque grazia. - Ma passò un anno, e al palazzo reale non si presentò nessuno. Il Re era inconsolabile: piangeva giorno e notte. Nel giardino reale
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sarto disse: — Voglio andar a visitare la mia figliuola Regina. — La trovò che piangeva. — Che cos' hai, figliuola mia? — Sono disgraziata! Il Re
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