contento, ma chiamò un mago e gli raccontò ogni cosa: — Come va questa faccenda? — Maestà, la faccenda è. piana. Quell' uomo possiede l' anello
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, — disse il Nano — vengo a farvi una proposta. Se mi darete mezzo regno e la Reginotta per moglie, io andrò a liberarla dalle mani dell'Uomo selvaggio
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Nano era potente: aveva vinto l' Uomo selvaggio; doveva tramare qualche brutta vendetta! — Il Re rispondeva con una spallucciata: — Se quello sgorbio
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grossa grossa, il Reuccio sentì accapponarsi la pelle. — Brav' uomo, non vi conosco; io sono il Reuccio. — Reuccio o non Reuccio, prendi quella scure e
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persona. — Maestà, finchè quel gallo non sarà diventato un uomo al pari di voi, non avrete mai pace. — Ma che cosa ci vuole, perchè diventi un uomo al pari
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daccapo? - Il Re quel giorno avea le paturne. Tira fuori la sciabola e gli taglia la testa. Ma, invece di sangue d'uomo, gli uscì fuori sangue di pollo
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paesetto del regno, nascosto fra le montagne, una povera donna aveva partorito un bambino mostruoso, col viso d' uomo e il resto del corpo di vero
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pupilla degli occhi. Un giorno venne uno, e disse al Re: — Maestà, passavo pel bosco qui vicino, e incontrai l'Uomo selvaggio. Mi disse: Vai dal Re, e
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! - Ma nessuno lo voleva, un cosino a quella maniera! S' affacciò alla finestra la figlia del Re. — Che cosa vendete, quell' uomo? — Vendo questo bimbo
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volentieri. — Maestà, non si vende. Il padrone di esso è un uomo strano. Risponde a tutti: Questi sassi son per me: Non li cederei neppure al Re. — Oh
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il seme. — E tre! Vedendolo rimasto male, quella fata gli disse: — Sapete, quell' uomo, che dovreste voi fare? Dovreste andare dal mago Tre-Pi che n
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tu chiamata? — Ti ho chiamata per le mie figliuole. — Menale qui ad una ad una; si sceglieranno la sorte colle loro mani. — Il buon uomo, tornato a
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