ingoiava tutto! Lavoravano per Re pancione! — Come se Re pancione ci avesse avuto il suo piacere! Lo sapeva soltanto lui, quello che pativa, con la Cecina
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intoppo. La mia figliuola ha una malìa: chi le parlerà la prima volta e le farà provare una puntura al dito mignolo, quello dovrà essere il suo sposo
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, volentieri. — Dovresti servire il Reuccio. - E si mise a servire il Reuccio. — Bruttona, fai questo! Bruttona, fai quello. - Il Reuccio non la
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Reginotta entrò. Ed ecco il drago con tanto di bocca, che stendeva il collo per inghiottirsela. Gli butta in gola la cipolletta, e quello si ritira, si
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era più difficile. Fra tante migliaia di pesci va a pescare per l' appunto quello lì! Eppure bisognava pescarlo. Prese canna, lenza ed amo, e so n
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e certi occhietti piccini piccini. Il Re non aveva voglia di ridere; ma come vide quello sgorbio, non seppe frenarsi. — Che cosa voleva? — Maestà
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Ma quello cambiava discorso: da quell'altro non ci sentiva neppure. — Bella parola di Re! — gli disse il Nano una volta. — Ah, nanaccio impertinente
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giorno avanti. Il Reuccio volea ad ogni costo impiccato quel traditore che non arrivava mai in tempo: ma quello gli provò che avea spesa nel viaggio una
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. Quanto lo fai? — Maestà, quello che il cuore v' ispira. — Datele cento lire. - La vecchina, con quelle cento lire, si credette più ricca di Sua Maestà
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' oro. — E sproni d'oro siano! — Il galletto, eh' era diventato un bel gallo, con quegli sproni d'oro si pavoneggiava attorno, beccando questo e quello
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, e aperse bottega dirimpetto al palazzo reale. La Regina volea comprar delle gioie e lo mandò a chiamare. Quello andò, e in uno scatolino a parte ci
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gli animali feroci. Era uno spavento! Urlavano, digrignavano i denti, spalancavano le bocche; ma quello sempre avanti, senza curarsene. Finalmente
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dove c'era un palazzo simile a quello del mago. Picchiò al portone. — Chi sei? Chi cerchi? — Cerco Cornino d'oro. — Capisco: ti manda mio fratello
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stanze reali? — Maestà, non è più lì. — Quando il Re apprese quello che sua moglie avea fatto, cominciò a strapparsi i capelli: — La loro rovina era
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. Stupita, riapre. Pareva che il soldo avesse figliato. Oltre a quello, c'erano lì tanti soldi, da fare giusto dieci lire. Da allora in poi, quando avea
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il bambino per proteggerlo) rispose soltanto: — Bimbo mio, tu sarai Re! — Visto che il destino era quello, e non volendo morire d' inedia, il Re
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la Gigliolina, ne comprava uno più bello per Testa-di-rospo. La Gigliolina, vedendo il regalo più bello, si metteva a strillare: — Quello lì lo voglio
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Regina dovette inghiottire quest' altra pillola amara, e che pensò? Pensò di accertarsi coi suoi occhi di quello che il Reuccio aveva detto: — Testa-di
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' altre! — E Topolino non le dava mai il menomo dispiacere, e faceva questo e faceva quello. — Dio t' aiuterà, Topolino! — E un giorno Topolino disse
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; quello che oggi compravano, domani era bell'e rosicchiato. Centinaia di gatti, intanto, passeggiavano su e giù per le stanze, miagolando, o si
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guardava sempre le mani, per paura che quello non gliene portasse via qualcuna. Ma non c' è proprio verso di poterne trovare delle nuove? — Le nuove
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prese per le spalle, gli diè una pedata e lo messe fuor dell' uscio. Ma il giorno appresso, quello, cocciuto, ritornava: — Maestà, volete davvero il
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! un'altra! — E quello, preso a caso uno dei regali della fata, che portava seco in una borsa, cominciò: — C'era una volta.... — Non sapeva neppure una
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contadino che lo attendeva. — Maestà, la Reginotta ora è mia. — Il Re si fece scuro. Dovea dare la Reginotta a quello zoticone? — Domanda qualunque
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quell'uomo, e Ranocchino ve l' han comprato? — Ma prima che quello rispondesse, ecco la vecchia con una coda di gente dietro. La gente fece crocchio
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, fatemi ritrovar la mia figliuola! — Maestà, male nuove. La Reginotta è alle mani d'un Lupo Mannaro, quello stesso che diè il rimedio e fece il patto col
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L'UOVO NERO C' era una volta una vecchia che campava di elemosina, e tutto quello che buscava, lo divideva esattamente: metà lei, metà la sua gallina
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consultavano anche i dottori di Corte. — Maestà, fate questo. — Maestà, fate quello. - E pillole di qua, e beveroni di là; ma il sospirato figliuolo non
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tasca due anelli, uno d'argento ed uno di ferro: — Scegli, e Dio t' aiuti! — Questo qui. — E, s'intende, prese quello d' argento. — Principessa vi
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; ma il più raro e il più pregiato, era quello che produceva le arance d' oro. Quando arrivava la stagione delle arance, il Re vi metteva a guardia una
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dal Re e gli riferì ogni cosa. Il Re montò sulle furie peggio di prima: — La intendono in tal modo? Sian messe nel, carcere criminale, quello
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, vide lì vicino un bell'albero coi rami pendenti fino a terra: — Doveva esser quello. - E per accertarsene, stese la mano e strappò due foglie. — Ahi
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vendervi. Se avete un po' di fortuna, si vedrà. — I bimbi si misero a strillare; non volevano esser venduti, no! Solo l'ultimo, quello di due anni, non
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