— Fate la carità! fate la carità! - il Re non se ne dava per inteso. La vecchina arrancava dietro il cavallo. — Fate la carità! fate la carità! — Il
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di me? — Ci vuol tre sorta di becchime. Fate tre solchi colle vostre mani, e spargete queste tre semente. Mietete, trebbiate, senza mescolare il grano
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lo fate? — Reginotta, non ha prezzo, ma prenderò quel che vorrete. — Gli diedero una gran somma e quello andò via. La Reginotta s' era messo in dito l
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è? — urlò finalmente una voce — chi cercate? — Son io: cerco la Fata. — Quale fata? Delle Fate ce n' è tanta! — La Fata gobba. — Le scappò di bocca
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, che cosa hai tu fatto da attirarci addosso tanti guai? — La Regina non ne poteva più, e confessò ogni cosa: che avea detto come le fate non potrebbero
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Re, per finirla, voleva far subito le nozze. Ma la vecchia gli disse: - Bisogna aspettare ancora un mese. Intanto fate preparare una caldaia d' olio
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? — Non ne fate caso. — La Reginotta cresceva più bella del sole; il Re e la Regina n' erano matti. Quando entrò nei sette anni, il-povero padre non
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, videro una bellissima signora, che pareva la stella del mattino. Era la Regina delle Fate. Figuriamoci che allegrezza! La Regina delle Fate prendeva
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fate, di maghi, di re, di regine, di orchi, di incantesimi, che è stato il primo pascolo artistico delle nostre piccole menti. Vissi più settimane
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Pagina Prefazione
consultavano anche i dottori di Corte. — Maestà, fate questo. — Maestà, fate quello. - E pillole di qua, e beveroni di là; ma il sospirato figliuolo non
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bella, spesso diceva: — Neppur le fate potrebbero farne un'altra come questa. — Ma una mattina, va per levarla di culla e la trova contraffatta, con una
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tavole piene di cose non mai viste, che luccicavano più dell' oro. S'accòrse di essere capitato in mezzo alla fiera delle fate; si fece coraggio e si levò
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capogiro e cascai. Non ne fate motto, per carità; il Lupo Mannaro mi picchierebbe. - E passò un giorno. Il secondo giorno, aspetta aspetta, la secchia
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