. Che darti? Il mio sonaglino. — Che cosa vuoi me ne faccia ? Tienlo caro. Un giorno forse, ti servirà. - La Reginotta le staccò dal collare il
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il mago arricciò il naso: — Pagnottaccia, stiacciataccia Via, lavatevi la faccia! - E le buttò al cane. Avea subito capito che ci avea messo le mani
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glielo dicia. La Regina perdè il lume degli occhi: — Sporco galletto! ora ti concio io. Chiamatemi il cuoco. — Il cuoco si presentò. — Mi si faccia con
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galletto! ora ti concio io! Chiamatemi il cuoco. - Il cuoco si presentò. — Mi si faccia arrosto pel pranzo. - In cucina gli tirarono il collo e lo
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i cocci del puttino e li saldò collo sputo. — Ed ora? — Ora — rispose il mago — prepari una bella festa e faccia così e così. - Il Re fece dei grandi
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eran morti e quelli del nuovo Re lo lasciavano cantare. Si rivolge al popolo: — Come? non riconoscete il vostro Re? - Il popolo gli ride in faccia e non
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battè la faccia e si ammaccò il naso. Senza aspettare che facesse giorno, tornò su in camera. Sentiva nelle carni un brucìo, un gonfiore!... Stende una
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faccia. Lei disse: — Andiamo a presentarci al Re mio padre. Son tredici anni che non mi vede: - Al portone del palazzo reale non volevano lasciarla passare
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gli rigavano la faccia. — Babbo, che andiamo a fare lassù? Torniamo indietro. — Il Re non rispondeva, e si bevea le lagrime che gli rigavano la faccia
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quelli col manico di ferro. — Che cosa volete me ne faccia? — Tienlo caro: Un giorno, forse, ti servirà. - La Reginotta se lo mise in tasca. Cammina
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faccia? — Maestà, ho la pelle fina e l'acqua me la sciuperebbe. — Tizzoncino, perchè non ti pettini? — Maestà, ho i capelli sottili, e il pettine me li
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guardarono in faccia, più bianchi di un panno lavato. — La Reginotta dov' è — Maestà, — disse un ministro — è accaduta una disgrazia! — Il Re pareva fuor
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