quel po' di pane che serviva a sostentarlo - assieme con qualche frutto, l'estate, e con un po' di formaggio, l'inverno - e ch'egli mangiava, a
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spiegarsi come mai quel mezzo tisico che per tant'anni aveva continuato a portare attorno al collo, anche di estate, quella fascia di lana, ora, con
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uva bianca e nera pendente in grossi grappoli, da cògliere lì per lì all'ora del pranzo con le sue proprie mani! E il fresco da godersi l'estate, in
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Le sere di estate, appena l'omo tornava dalla campagna, marito e moglie si sedevano davanti a l'uscio, col bambino su le ginocchia, orgogliosi di lui
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guanciali? E una coperta bianca per l'estate, e una di lana per l'inverno?... Così tutto si troverebbe bell'e pronto. Dimenticavo le tavole del letto e i
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, sostenuto da quattro rustici pilastri, che serviva da tavola da mangiare per gli uomini le sere d'estate, Massaio Marrana, pallido in viso, si era
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