rispondere continuava: - In casa del signor Decano Russo, che è anche cappellano di questo monastero. Vieni con me in sagrestia. Non potresti trovar di
niente! Su! Un po' d'acqua fresca. Vieni qua. Lascia fare a me! ... Dieci gocce di sangue ... . Eh! Ohe cosa vuol dire non aver anche due occhi dalla
gigante! ... È apparso ed è sparito! - Ma che mostro? Che gigante? Sciocco, vieni a vedere! Questa volta Masino resisteva e urlava tanto, che il babbo
, disse alla bambina: - Vieni qua, tieni; e tornate subito a casa. Oggi avete da mangiare. Le porgeva mezza pagnotta, di quelle grosse e fatte in casa
così, come un ignoto sole spento su le fiorite primavere. Chi batte alla mia porta? sei tu, cara? Vieni con l'alba alla mia cella triste? L'inchiodi
seguissero qualche visione, perché li teneva sempre fissi dinanzi a sé. - Yanez, - riprese dopo un nuovo e più lungo silenzio. - Perché non vieni? Ho fatto
scoveremo più tardi. Vieni, non perdiamo tempo! - Uscirono dalla sala, indietreggiando lentamente onde non farsi sorprendere. Kammamuri solo, che aveva
spleen. - Vieni avanti, ti aspetta. - Aho! Essere io molto contento. - Fece un segno ai malesi e seguì il ministro o favorito che fosse, salendo lo
mentito. - Io ti sfido! - disse il capo. - Vieni con me a tentare la prova dell'acqua! Se tu rimarrai più sotto di me, la ragione sarà tua. - Che cosa
regna l'abbondanza, - rispose Yanez. - Vieni con me, allora. Kammamuri è un cuoco abilissimo. - Si presero a braccetto e uscirono insieme, lasciando
passi dall'entrata della pagoda, Sandokan arrestò il drappello dicendo: - Fermatevi qui, e che nessun si muova finché non sarò ritornato. Vieni Tremal
dei quattro malesi. - L'hai veduto anche tu? - Sì, capo. - Sono pronti i cavalli? - Sono davanti alla porta signore - rispose uno staffiere. - Vieni
che non scorderò giammai di dover ai prodi montanari di Sadhja il mio trono. - Vieni, Tremal-Naik - disse Sandokan. - Andiamo a preparare il nostro
sarà un altro posto disponibile non mi dimenticherò di te. Vieni, giovanotto. - Lasciarono l'albergo e, attraversata la piazza che era affollata di
. - Il soggetto voglio dartelo io. Vieni ed ascoltami attentamente. - Si alzò e lo condusse nel suo salotto. Il colloquio durò una buona mezz'ora e
subito! Gravi notizie dalla frontiera. - Da dove vieni? - Da Sadhja. - Aspetta. - Dietro la porta, che era di bronzo, si udirono delle voci a discutere
. Va' e comanda il fuoco. E ora, Tremal-Naik, vieni con me e con Kammamuri. - Salirono una seconda gradinata raggiungendo l'ultimo piano e trovato un
affare serio ad arrestarlo in piena corsa. Andiamo amico: conducimi nel luogo preciso dove si trova il covo. - Vieni, sahib. - Si allontanarono in