li andavo leggendo, senz'ordine di tempo nè di materie. Vede che si salta dal Boccaccio al Giusti, da Gino Capponi al Guicciardini, dal Cellini al
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affettuoso che non m' aspettassi. Forse lo impietosiva i pensiero ch'io m'andavo a stabilire a Torino, poichè a lui, per rispetto alla lingua, Torino doveva
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opere, anche se più ampia e meglio ordinata, m'avrebbe giovato quanto quella che andavo facendo io medesimo; perchè fra il materiale di lingua scelto e
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piè sospinto. Noi ci vedevamo soltanto al caffè, dove andavo quasi tutte le sere, per tre partite di bigliardo con lui e con altri due amici. Non ero