eccellenza, perchè i migliori architetti, scultori, e pittori d’allora erano usciti dalle sue botteghe. Questi avendo imparato durante il loro tirocinio a
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architetti, grandi scultori e gran pittori ad un tempo; talvolta persino grandi eruditi o grandi poeti, come l’Alberti, Leonardo, Michelangelo
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eccessivo dell’olio nei dipinti dell’Appiani e del Sabbatelli pure è commisto di virtù tecniche sconosciute alla folla innumere di pittori senza nome, loro
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’abilità dell’artista ad una rapidità di esecuzione che non ci è più dato di concepire esattamente, riduceva una questione secondaria pei pittori d’allora
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Nè gli antichi pittori italiani mai rinunziarono a questa estrema densità del colore cagionata dalla presenza del torlo d’uovo nella misura
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, finchè permanesse il dubbio che gli antichi pittori si fossero avvantaggiati di colori diversi, nei quali risiedesse il privilegio di quella
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Ed il dubbio che gli antichi fossero in possesso di colori più solidi e più splendidi di quelli che i pittori dispongono attualmente, si venne
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bassi tempi, esercitavano la farmacia e la medicina, i colori richiedevano ancora pazienti cure dai pittori per essere ridotti all’uso dell’arte, onde
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in carta). Giallo di terra (detto ocria). Giallo di terra abbruciata (tende al color giuggiolino e serve ai pittori per ombrare i gialli chiari
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E sebbene a mire di benefizio immediato pei pittori, in tempi assai vicini ai nostri, siano indirizzati i voluminosi trattati del Mérimée e del
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studio della luce e dei colori si inizia, si perfeziona, si completa quasi all’infuori dei pittori, all’insaputa dell’arte che della luce e dei colori è
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dall’applicazione dei principi scientifici nell’impiego delle sostanze coloranti, pare ancora trascurabile a tanti pittori le cui opere, mentre
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L’ultima evoluzione del gusto venne mirabilmente a sospingere tutti i pittori dal ristretto cerchio degli effetti luminosi dei luoghi racchiusi alle
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L’oltremare naturale fu il colore tenuto in maggior pregio dagli antichi, ed i committenti di quadri lo fornivano a loro spese ai pittori. Il Cennini
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giudicato compensare i danni infiniti procacciati, vedendosi ancora comparire sulla tavolozza di molti pittori questo dannosissimo colore.
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capacità di immaginare, tutti potrebbero dirsi pittori e allo stesso prezzo dichiararsi anche più grandi dei maggiori che furono.
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Da un impiego di sostanze mai abbastanza conosciute e dall’essersi sempre le vernici per l’uso dei pittori fabbricate alla spicciola secondo criteri
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essiccanti propriamente detti, di cui tanto si abusò nel travolgere di tutte le buone pratiche degli antichi pittori.
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ritratti de’ famosi Pittori, e di lor propria mano, di che quell’Altezza fece la tanto famosa raccolta. Questo ritratto adunque venuto prima nelle
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Degli antichi pittori uno dei più manomessi fu certo il Giambellino. Dall’opera del senatore Morelli: Della pittura italiana, si hanno questi
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restaurate. Questa osservazione non deve valere soltanto per le opere del Giambellino, ma vale parimenti per tutti i grandi pittori veneziani dell’epoca
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siano solo i pittori che non abbiano mai potuto azzeccarne uno, è un voler ragionare sul serio di colori eterni; cioè aggiungere storpiature di criteri
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Ma l’esame più particolareggiato dei colori adoperati dagli antichi pittori egiziani è quello eseguito dal Mérimée sulle pitture e gli oggetti
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esplicò nei suoi Saggi sul ristabilimento dell antica arte dei greci e dei romani pittori, libro corso per le mani di tutti.
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decorative dei pittori del secolo XVI e la ristrettiva ricerca di luminosità dei tenebristi.
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bensì da pittori che avevano una singolare destrezza e prontissima pratica. — Con questa prevenzione le esaminai sempre più dappresso, e la prima volta
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Discernasi dunque se io mi accosto alla più vera cagione congetturando, che quei vecchi pittori trattandosi di un’opera grande si davano a credere di
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, la quale prima che si adoperi va ben purgata, e questo purgamento si fa dai pittori in più modi, onde ce ne sono alcuni che prima la fanno bollire al
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dell’ingegno pittorico, permane il più usitato dei metodi di pittura; quello dei mezzi d’arte che si richiama il maggiore interesse dei pittori
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ingegni che attendevano alla pittura fuor d’Italia, cioè i pittori tutti di Francia, Spagna, Alemagna e d’altre provincie. Avvenne dunque, stando le
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Quante cose occulte avrebbero dovuto sapere gli antichi pittori e come nascondersi a susurrarsi negli orecchi i loro misteri, se niente di tutto ciò
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ai pittori, Dioscoride, Galeno ed Ippocrate avvertivano delle proprietà essiccanti di alcuni oli e dell’addensamento utilizzabile di certe resine.
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La pazienza, o diremo meglio, l’amore col quale quei primi pittori attendevano ad ogni particolarità della loro opera è il fattore principale della
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carbone di terra compiono infine la serie dei colori principali usati dai pittori fiamminghi.
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trovandosi usata dai pittori antichi la malachite; e la terra verde, troppo fiacca fra quelle intense tonalità dai colori pressochè puri ed aumentati d
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Per tali motivi i verdi dei pittori oleanti fiamminghi sono sempre misti, e contrariamente allo scopo principale di quegli artefici che era la
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non somministrarono mai colori nè olì e vernici ai pittori.
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È cosa veramente mirabile come questi pittori conducevano le cose più piccole così terminate, per cui con ragione si dice, che quando questi
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gli insegnamenti diretti di Giovanni Van-Eych, mentre si moltiplicano le prove che molti pittori fiamminghi percorrevano l’Italia nella metà del secolo
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veicolo dei colori, e pittori come Cosimo Rosselli e Sandro Botticelli e Domenico Ghirlandajo disapprovassero quel metodo, che pure giunto alla perfezione
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quei pittori che le hanno fatte Gill, Mostraert, Pier Breughel, Giacomo Grimmer, Francesco Floris e Martin Ernskenken. Ma lasciando questo
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negli antichi pittori quell’amore allo studio e al perfezionamento continuo, senza del quale la scuola non rimane che un seme germogliato, ma incapace di
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