umane e le tante speranze vane e l'ansia che stringe il core. Ma nel fondo dell'occhio nero pur viveva il lontano dolore e parlava la voce del mistero per
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dove e bever l'aria che da te si muove né mai lasciarti. - 31 marzo 1905 * * * Poiché il dolore l'animo m'infranse per me non ebbe più la vita un fiore
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volere, che mi giova la vita e il mio dolore e questo amor lontano e disperato? Fatto sono da me stesso diverso che centra il fato mi dicevo forte
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ogni anno quel dì rifesteggiando che alla fame, alla sete, che al dolore, che alla vita mortale l'ha svegliato, ogni anno in quel dì si riconforta ad
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che in cielo navigare sembra, così pur l'anima tua stanca era già della morte ed era in vita, t'era fatta la vita sol dolore, poiché in te la
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nascondiamo a noi stessi, ora del volgo mi par fatto preda contaminata. Nei giorni del dolore e nelle notti senza riposo, nella valle triste della sorda
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mai finita perché tu speri disperando e attenda ciò che non può venire perché il dolore cieco più forte sia del dolore che vide la stessa vanità di sé
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