Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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L'idioma gentile

209282
De Amicis, Edmondo 1 occorrenze
  • 1905
  • Fratelli Treves Editori
  • Milano
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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Che serve che tanti grandi poeti, nei quali erano profondi e finissimi il senso e l'arte dell'armonia, abbiano faticato a comporre tanti versi squisitamente armoniosi, quando noi li pronunziamo in maniera che se ci sentisse chi li fece ci tratterebbe di cani e si tapperebbe gli orecchi? Che giova che la lingua italiana abbia tante parole dolci, forti, gravi, agili, graziose, che suonano come note di canto, se le dolci noi inaspriamo pronunziando delle s che sembrano fischi di serpenti, se fiacchiamo le forti scempiando le consonanti doppie, se facciamo ridere con le gravi raddoppiando le consonanti semplici, se aggraviamo le leggiere e deformiamo le graziose strascicando o squarciando o strozzando le vocali, e dando all'u un suono barbaro che trapassa l'orecchio come lo stridore d'un chiavistello arrugginito? E predichiamo agli stranieri l'armonia della nostra lingua! E ci vantiamo d'aver orecchio musicale! C'è da riderne, e da averne vergogna. * - Come ho da fare? - domanderai. - Ho da toscaneggiare? - Così chiamano, per canzonatura, il pronunziar corretto tutti coloro che pronunziano barbaro e se ne trovare contenti, come se non si potesse pronunziar l'italiano correttamente senza rifare il verso ai Toscani; chè non è altro, in fatti, la cattiva imitazione della loro pronunzia che fanno certuni fra noi. No, non c'è bisogno di toscaneggiare per pronunziar bene, che consiste nel dare a ogni lettera il suo vero suono e a ogni parola il suo giusto accento, come sono indicati nelle grammatiche, nei vocabolari e in trattatelli speciali. Tu non hai che da prendere uno di. questi libri, e con la scorta delle regole e delle indicazioni che vi troverai, badare a correggere i difetti della tua pronunzia dialettale, cominciando dai più grossi e più ridicoli, i quali son quasi tutti comuni agl'italiani delle regioni subalpine. Avvèzzati prima d'ogni cosa a pronunziare l'a larga, che noi tendiamo a restringere; poichè c'è chi dice:

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