tutti. Il conte, quando aveva un momento di tempo, correva a casa a godersi il gradito spettacolo della gioia tornata nella sua buona famiglia, e
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nella vita. Quell' anno, quando il piccolo Delpiano lasciò il nonno, sapeva di già, dalle lettere di Nello, della famiglia de' topi; e Dio sa quanto
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raso, stava rincantucciato in un angolo della gabbia, appuntando il musino irrequieto e gli occhietti sbigottiti verso il suo padrone. - Svelto, Ragù
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materiale e morale di prima. E la smania di conoscer lui pure qualche lato della vita, per poi, divenuto vecchio, avere, conte i suoi genitori, molte
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, violacei, svolazzavano due farfallette, ma così esili e piccole, da dimostrare ch' erano le ultime della stagione. Su i rami d' un largo albero di
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il sogno che fece il sorcetto errante, sarebbe troppo lungo. Vi basti sapere, che, fosse effetto del sonno o d' un certo rimorso della coscienza
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Di fuori, l' uragano continuava a imperversare; la forza del vento schiantava i rami degli alberi; contro le vetrate della scuderia l' acqua batteva
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dov' era capitato per caso, gettatovi dal temporale, stimò una fortuna di poter barattare due parole con qualcuno della sua razza, e s' affrettò a
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soprattutto gli pareva d' esser cullato fra le manine della Rita, baciato tanto da Nello, leccato da' suoi genitori e da' suoi fratelli!... Maledetto l
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invidiare la sorte del povero topino della rimessa. Doveva esser notte tarda. Gli parve di addormentarsi e di tornar a sognare. Intese distintamente la
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giù per la veste, e via di corsa a traverso le stanze, andò a nascondersi in un cantuccio della cucina, perchè nessuno potesse notare la sua vergogna
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regole della buona creanza. Dopo il pranzo, furon di nuovo in torno a Dodò, che riprese la narrazione dal punto dove l' aveva lasciata.
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Quando Dodò ebbe terminato, - Bravo! - gridarono tutt' i topi. - Bravo! Oggi bisogna dare a Dodò ciascuno un po' della sua parte di dolce, per
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suo solito. Quanto a Bellino, così giuochino com' era, ebbe soltanto un successo di leggiadria, per il candore di neve della sua veste e per gli
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, ella si sarebbe cacciata in tasca a Nello o dentro lo scollo della Rita, o meglio ancora sotto la grossa treccia bionda che pendeva dalla nuca della
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. Facendosi strada tra la gente lì raccolta, raccattò, tremando, la sua topina, e la riportò in casa. Un filo di sangue colava di tra' dentini ambrati della
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chiamavano i topini a colazione o a desinare; anche se li chia- mavano per metterli a dormire, la sera. - O dove può cacciarsi quella spensierata della Lilia
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bella maniera, educata all' affetto della famiglia, si permetta di parlar con un topo estraneo alla sua casa e, quel ch' è peggio, di razza diversa. - Di
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- disse la contessa Sernici al brutto individuo - vi compenserò bene della piccola perdita. Del resto, vedo che questo topo nè pure vi serve; e farete
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La Lilia ubbidì, svelta, perchè sapeva che Dodò era buono e non abusava della propria forza; ma ch'era terribile quando qualcuno lo faceva montar su
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con la vainiglia, come facevano gli altri della sua nuova casa.
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pure, era molto soddisfatto della sua divisa all' antica. Stava bene in quell' abito di panno turchino con le rivolte rosse e i galloni d' argento, in
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quindici famiglie d' amici, e diretti ai bambini, che alla lor volta si misero in allegria, quando seppero della festa che gli aspettava. Quasi tutti, o
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stanca di star in piedi, di tirar il secchio, di cercar i biglietti della fortuna, provava il bisogno di bagnarsi la bocca! Quando vide il latte
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caldo; e Nello volle incipriarla con la polvere di riso della mamma, che sapeva di violette. Caciotta, la quale cominciava a sentire il piacere d' esser
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affliggevano più: non si parlava, certo, di scegliere il biglietto verde o color di rosa della sorte. Soltanto Nello aveva detto: - Sarà bene, però, che
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' insegnare alle sue bestioline le regole della buona creanza. La Letizia portò in tavola delle uova affogate, in un bel vassoio d' argento; e subito la
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qualcuno, e poi, lesta come un razzo, corse dalla parte della Caciotta. Era Ragù che avendo inteso tutta quell'ira di Dio, andava, ora che non c' era più
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Finchè furono piccini, i figliuoli di Ragù e della Caciotta non ebbero altra voglia e altro bisogno che quello di star tutti d'intorno alla madre per
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voleva: quanto a lui, gli bastava d' esser molto carezzato, di dormire come un ghiro e di mangiare. Questi erano gl' ideali della sua vita. - Fortuna
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porto della Grecia, il Pireo, dove la nave era ancorata, co' pennoni inghirlandati di fiori: le bandiere sventolavano allegre al maestrale, tra fitte
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qua e là della merenda dei bimbi; ma se la contessa non chiudeva il proprio tavolino da lavoro, sparivano per incanto anche le matasse di seta e di
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le canzonature, badava a lacerare della carta, e a tirare ora qua ora là della tela, rassegnato, ormai, a ubbidire a quell'aristocratico di Dodò, e a
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che la Rita vi aveva studiato, Moschino passeggiava lentamente, con aria d' importanza, tutto soddisfatto della propria abilità a far uscir que' vari
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A quattro mesi Dodò pareva già un vecchio topo di tre anni, tanto era serio e ordinato in tutte le sue faccende. In uno scaffale della libreria s
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; ma glielo perdonavano in grazia della sua molta saggezza e del molto grasso che gli era venuto, da farlo parere un padre guardiano. Era un po' pigro
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, sentenziava Dodò. - Questione di gusti, - mormorava Moschino, ridendo in cuor suo della dabbenaggine del fratello. E ripigliava: - E cosa impari, di bello, ne
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due topi trovaron la stanza al buio, e aspettarono un pezzo prima che il conte venisse a tavola. Nel salotto della contessa s' udiron de' passi, delle
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