che risponda alle sue idee; una Cenerentola contenta del suo angolo di focolare. Ma può anche darsi che la sua fidanzata, quando sarà moglie, pensi
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volere, che il marito ci pensi e decida, riesce quasi sempre fastidiosa. E riesce specialmente fastidiosa quando, interpretando troppo alla lettera il
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fermezza fino dalla prima; pensi che è per il suo meglio; che a cedere, farà del piccino un tirannello e di lei stessa una vittima.
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vibrata, ma calma, non aspra, ma soave, non acuta nè profonda, ma armoniosa. Pensi che la parola ha un sentimento. Ho sentito dire di una signora: « Ha un
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Nelle lettere di condoglianza bisogna esprimere brevemente i propri sentimenti. Si pensi che chi fu colpito da una sventura, non ha certo voglia di
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' affari. Si pensi che le cartoline possono essere lette da uno o più curiosi, cominciando dal portinaio, al cuoco,alla cameriera, a chiunque capitino
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che può, non lascia di fare, per inerzia, per pigrizia, per mala abitudine. Pensi che l'operaio che le reca il conticino, ha forse bisogno di quelle
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di finire, di troncare a se stesso la tortura, di liberare gli altri dalla noia. Chi va a una conferenza pensi agli obblighi che la cortesia, anzi la
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Questo fatto, onorevole ministro, è tanto più grave quando si pensi che, mentre i trapassi delle piccole proprietà sono frequentissimi, quelli invece
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anticipata per mezzo di donazioni, il rinunziante non avrà nulla da pagare ad altri e non vi sarà un altro che paghi per lui. Pensi l'onorevole ministro che
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e questo dico ad onor del vero, checchè generalmente si pensi su questi banchi, dove mi onoro sedere e dove si usa avere quel sentimento di suità per
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sonno ... A che pensi, babbo? - domandò, vedendo che questi taceva. - Penso - egli rispose - che non so se ho fatto bene, impiegando qui tutta la nostra
fidanzati sin da questo momento? ... Oh! ... Ora ho paura di sembrarti sfacciata. - No, Elsa, no! ... - Che pensi? - Vorrei inseguire, raggiungere colui
non potrà più dubitare. Intanto pensi al rimedio ora che sa di che cosa si tratta. - Una buona serie di doccie fredde! - dissi da me. E credevo di non
ardore e slancio, più sembrava ch'ella si irrigidisse, si chiudesse in sè. - Che pensi? ... Parla! ... Che temi? - Niente! Era divenuta pallida, come
faceva pena! Ti sembrava avvilito davanti alle persone! Me lo hai detto più volte.» «È vero! È vero! Ma pensi, voscenza ! ... Da prima, niente; come due
Roccaverdina. «A che pensi, figlio mio?», ella disse teneramente. E all'inattesa domanda il marchese faceva una rapida mossa di tutti i muscoli della faccia
, egli tacque un istante; poi riprese: «È vero che vostra sorella pensi di farsi monaca? ... ». «Non lo so; può darsi.» «Dissuadetela.» «Assumerei una