in casa portando cinque o sei bellissime rose thea. Allora amavo di avere qualche fiore sul mio tavolino di studio, in un vasetto giapponese regalatomi
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, all'albergatore: - Una stanza, tutta per me! (da questo si capiva che era pratico degli alberghi dei paesetti siciliani) e si avviò direttamente verso lo studio
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pranzo. Stavo per prendere un gelato, quando il Sindaco venne a dirmi in un orecchio: - Vada nel mio studio, senza farsi scorgere; la mia signora lo
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pose. Spesso passavano due, tre settimane senza che io mettessi piede nel suo studio. - Oh, Dio! Ti sei un po' ingrassato! - o pure: - Oh, Dio! Sei
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, nel suo studio, d'onde usciva rare volte soltanto per udire un po' di buona musica antica, una sera potè dirmi: - Vedi, quanto è meravigliosa
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accorto che certe sue operazioni intorno a non so qual paio di nervi, precisamente a sinistra della spina dorsale, producevano nei suoi soggetti di studio
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. Ma un giorno l'infame dottore, trovatolo, per via, lo aveva preso sotto braccio, e lo aveva condotto nel suo studio. - Volete vedere i microbi
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affacciò alla mente la spiegazione di un dottore, che si era formato una specialità dello studio dei sogni, a proposito di un caso consimile. Eh, via! Quel
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nello studio, e l'uscio era chiuso. E dicendo: lui e quell' altro, ammiccava strizzando un occhio. A don Aquilante parve molto curioso che il marchese
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cadavere, con le braccia penzoloni, gli occhi chiusi, bianca bianca in viso. «Ma come? Ma come? ... Dottore!» «È di là, nello studio», rispose il dottor
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era stato ordinato: «Voglio così, mamma Grazia!». Ma dov'era? Non lo aveva trovato in camera, né nella sala da pranzo, né in salotto, né nello studio
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Accademia della crusca
