Eugenia. "Via! Non sia detto che son venuta qui per nulla. Ne mangerò uno, proprio uno, in nome di Dio. Ah, che miele!" "Zia, zia, almeno tre!" la pregava
dolore indicibile, non raddolcito neppure dal pezzo di pane intinto nel miele che zia Tatàna diede a lui ed a Margherita. A Bustianeddu niente. Ma che cosa
ospitale, cameretta odorosa di miele, di frutta e di sogni! Addio umili creature inconscie della propria sventura, vecchio zio Pera vizioso, Efes e Nanna
puerile di Anania. A che serviva? Perché aveva egli introdotto quel mandriano nella cameretta ove assieme con la fragranza del miele, delle frutta e
guardando anch'essa l'orizzonte; e sentiva una grande pietà per lei, più che per se stesso, e lagrime soavi e amare come il miele amaro gli salivano
intorno al suo letto di felci e di pervinche gli insetti dorati ronzavano amandosi, e le api suggevano le rose canine estraendone il miele amaro; amaro e