erano chiuse, i portoni erano sbarrati. Quando comincio il cannone, Pasqualina Cresce, che aveva paura dei tuoni, aveva cacciato il capo sotto i cuscini
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tutta la sua potenza. Dio e Orlandi. In letto, cogli occhi sbarrati, il corpo immobile, colla lettera stretta sul seno, ella ripensò parola per parola
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, gli occhi sbarrati, la bocca schiumosa come vedesse un mostro orribile, entrava nella prima fase delle convulsioni. Diceva che le tanagliavano il
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