mucchio di letame, ella vi buttò i galloni, rivoltandoli con una pala, per farli andare sotto. - Dio mio, ti ringrazio! - esclamò il maggiore. - E il
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una bella ragazza. - Ma vostra Wccellenza è... scusi, sa?... vostra Eccellenza ne è il padre. - Ci siamo! - esclamò senatore Bendinello. - E voi
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resa, e il magnifico Bendinello ne fu colto in pieno. - Che discorsi son questi? - esclamò. - I discorsi che qualche volta si fanno; - soggiunse il
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? E non mi ci mandate, da solo? - esclamò Geronimo, che incominciava a capire. - Dunque... dunque, poichè l'avete veduta... - Poichè l'ho veduta, gran
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. - Son già i manovali. - Che manovali? - esclamò il signor Ascanio, coll'aria di uno che caschi dalle nuvole. - I manovali dello sgomberatore. - Ah! e
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ci ho ancora di pigione? Non li vorrei mica perdere. - Come? - esclamò il sensale - Un signore come Lei, bada a queste inezie? - Inezie, sì e no. Ed un
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sopraffare. - Amici noi? - esclamò. - Dacchè t'ho dato a balìa, non ho mai più avuto il piacere di vederti. - Senti! - ribattè l'omettino. - E son pure
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ottener tutto dalle forze di un uomo, - Graziosa, la storia! oh, tanto graziosa! - esclamò il signor Ascanio, con quel suo piglio sarcastico. - È tutta qui
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Il frate esclamò: figliolo!
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dolcezza con una voce in cui scorrevano lagrime invisibili: - Oh contessa! - esclamò - c'è qualche cosa di piú santo della morte. E riaperti a fatica
? - esclamò, quando ebbe fatta sedere la contessa nel suo gabinetto bianco ed ebbe chiusa la doppia porta che metteva verso il salone. - Tu hai una faccia
ventola, esclamò colla sua voce di maresciallo: - Che bella Madonna di settembre eh! sor conte . Il conte Lorenzo Berengario Magnenzio di Villalta, quasi
Gracchi - esclamò l'orgoglioso padre, stringendo con affettuosa dimestichezza nelle dita la gota rubiconda della ragazza - e, siccome non ho che lei
, ve' . - Aseo ! - esclamò il rotondo padovano, che parve quasi contento d'esser cosí forzato a parlare. - Poiché tu mi tieni pel bavero, te digo subito
avversario: - Qual buon vento, - esclamò - signor avvocato, a Cremona? . Un uomo fatto a guisa di un pallone aereostatico, a cui fossero state
sentiva, di non rimanere troppo in una cosa sola, con altra voce chiamò: - Enrichetta. - Mammà - esclamò la fanciulla, correndo ansiosa verso di lei. La
tanti secoli prima aveva gridato Archimede, esclamò: Eureka! La grande scoperta era fatta! Ed egli nelle sue memorie lasciò scritto l'evoluzione del
, inabile alla vita. La madre non piangeva, ma più pallida della morte, esclamò: - No, dottor mio, non può essere, il parto fu lungo e difficile; è per
, mattoni, ciottoli per far argine al fiume. - Santo Iddio! - esclamò il sindaco, con un accento metà di bestemmia e metà di preghiera - guardando il
per la mano, ciondolando, senza riuscire a staccarsi. La pretora, che aveva la faccia voltata verso il giardino, esclamò: - Che bella cedrina! Io non
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? - Leggete - suggerì Teresina. - Leggere non è un giuoco. - Narraci una fola! - esclamò l'Ida. Una fola era assolutamente impossibile. Dove avrebbe
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... - Sembri mio padre! - esclamò Teresina con dispetto. - Come se tutti al mondo dovessero essere posati, seri e noiosi per riuscire a qualche cosa di buono
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volta Luzzi rispondendo alle sue cognatine. - Simpatica! - esclamò l'ultima delle Portalupi - ecco una parola inventata per contentino delle donne che
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dolorosamente sotto il suo velo, che la pretora comprese subito dove andava quel sospiro. - È un pezzo che non hai notizie? - Dieci giorni! - esclamò
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collo; pareva un fulmine. - Si può essere piú disperati? - esclamò la zia nel mentre che, avendo trovato uno spillo, se ne appuntava metodicamente la
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in quel momento non osò. Poco dopo, senza nessun appiglio, come se una forza ignota le cacciasse fuori le parole, esclamò: - Ho ballato. - Hai ballato
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