miei nervi si raddoppia. Morire no, non mi è concesso. Altri dovrebbero morire, meco. Scrivo il mio segreto non per sollievo, perchè non ne spero, ma
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dei cieli. Queste sensazioni giungevano squisite, soavi ai miei nervi equilibrati. Ero quieta. Quand'ecco nella lontananza della sponda, nella gialla
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la giovinezza e il sole e la lietezza del mio paese e la giocondità dei miei amici! Io avevo la serena indifferenza, la più grande felicità umana, io
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, diceva tra sè: eccoli, i miei roveti; qui ho lasciato un bioccolo di lana, qui a dirittura un pezzo di pelle. E rideva; un po' verde, alle volte, ma
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e specchiere, e forse più da una mezza dozzina d'antenati, che mi parve bello adottare. O antenati non miei, capisco che voi ci stiate bene
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fra i tuoi libri, ora in quella scansìa, ora in quell'altra. Voglio tutti i miei comodi; amo variare, secondo le stagioni e gli umori. Mi scaldo
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quadro, bellezza matura, fra i trenta e i quaranta. Bisognerebbe, dicono di padre in figlio i miei ragni, bisognerebbe averla veduta a diciotto, che
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