pene dell'inferno. In certi momenti mi prende una tale disperazione e un tale orrore di me che, se non fosse la fede del soprannaturale, mi farei
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dalla fragilità della creaturina bella, per cui ella era una seconda madre. E poi, a diciannove anni, le pene mettono radici, ma non danno ombra ancora
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che scorrevano senza notizie. Ogni mattina si levava pensando: avrò lettera quest'oggi? E che pene, quanti artifizi, che lungo esercizio di ipocrisia
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