malata, mia cara! Forse don Lorenzo . Donna Cristina si affrettò a rispondere di no con un forte diniego dei capo: ma non poté parlar subito, perche si
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quest'anno: cara Celestina addio. Quantunque si sforzasse di cantarellare sul suo patimento, una tenera commozione tremolò nella sua voce. Povero Giacomo
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avrei fatto ostacolo; ma in questi giorni aspetto le mie cognate di Buttinigo, avremo gente a pranzo, insomma se me la lasciate . - Che cara figliuola
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, ridendo nel piatto con un fare tra l'amaro e il dispettoso. - Sí, sí, cara la mia ricchezza mobile - seguitò quel rumoroso padre di famiglia. - Oggi l'aver
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antico che sacro, del post mortem nulla voluptas . Giacomo, che dopo il nuovo beneficio si sentiva legato a questa cara famiglia ancor piú di prima, e
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vostro. Lorenzo Magnenzio di Villalta. GIACOMO A CELESTINA Fornaci, 15 dicembre. Mia cara e buona Celestina, mia buona sorella, sono stato molto
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l'obbligasse a letto. La sua pace, la sua salute, il destino di tutta la sua vita dipende unicamente da te, mia cara figliuola. Se tu sarai buona, docile
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affrettarono a chiedere mille perdoni, dimostrando che ci doveva essere stato qualche malinteso nelle parole. - Io non ho detto, cara contessa, che qualcuno
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dà un'occhiata in qua, vorrà ben perdonare, se non lasciamo finire l'anno di triste condizione. Queste non sono allegrie, cara Madonna! son rimedi da
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potuto farle un cosí gran male. Perché l'avrebbero ingannata e presa dentro a una rete? la contessa non era quella santa e cara signora che essa
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, all'ex impresario della Rivalta, all'oste della Fraschetta, al mugnaio del Lavello, a questa cara mia sorella, che taglierebbe il ferro colla lingua, a
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un'intonazione un po' grave: - Ebbene? devo fare una predica? - Sono cosí pentito, cara contessa, - rispose il giovine, voltando la sigaretta fra le dita - che
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gente deve essere ben poco malata, se colle sue gambe vien qui a consultare i medici dello stabilimento. - Cara signora, un tempo non si chiamava il
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, mattacchiona mia cara! Non ti sapevo così sospettosa e permalosa. Io ti ho promesso di svelarti il grande segreto, l'unico ch'io mi abbia per te, ad
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certo per poter leggere nell'originale L'anno 3000? - No, mia cara, è perchè la letteratura italiana ci ha lasciato la Divina Commedia e Giovanin
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grandi disuguaglianze? - Gli uomini grandi, mia cara, son tutti degni di gloria; ma son molto disuguali fra di loro. Abbiamo i genii, che colla luce del
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mercato. Studiando la storia del socialismo però, cara Maria, io credo che alle tre specie di socialisti magistralmente definiti dal Bianchini sulla fine
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... - Non è una ragione. - È tanto piú vecchio di me. - È vero, ma ... - È vedovo. - Peuh!, per questo, mia cara, gli uomini sono sempre piú o meno vedovi
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un segno di lutto per una persona a lei cara. Teresina ascoltava, senza fiatare, colla bocca semichiusa, il petto ansante. - Ed è tanto bella, dici
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sorridere il giovane; ma di un sorriso che non aveva nulla di irritante, che pareva anzi un compatimento, una carezza, un'indulgenza di persona forte. - Cara
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l'onore di Egidio, bisogna dire che la gioia piú delicata, piú intimamente cara, era quella di pensare alla felicità di Teresina. Come tutti gli esseri
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forse. Ma Orlandi non la intendeva così. - Cara, la gioventù passa presto; sono già sei anni che ci amiamo inutilmente. Teresina non comprese l'accento
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. - Almeno si dice; noi però, cara signora, non ci siamo maritate per la nostra dote, nevvero? La signora Soave incrociò il suo sciallino sul petto, quasi a
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Accademia della crusca
