, si chinó tutta su la sua nuova amica. - T'amo! - soggiunse questa nella sua lingua meccanica e nasale, quando il signor de' Rivani ebbe tirato l'altro
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doveva esser l'amore, perchè in fondo ella era contenta che si fosse rotto per sempre lo spago che un tempo la faceva ripetere T'amo. Al tempo in cui
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che ciascuno, per conto suo, non s'era fatto dire da quella vocetta di gobbina: T'amo! Allora erano risa, esclamazioni di piacere, gesti, salti
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! Non l'avrebbe mica rimproverata; ma le avrebbe detto: T'amo! con affezione così vera, che la bimba, pentita della sua condotta, se la sarebbe ripresa
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testa, alza e abbassa gli occhi; ha i capelli veri, non di seta, sa? Chiama Mamma! tirando questo spago, vede? E dice anche T'amo!, tirando
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voglio bene! E tu, me ne vuoi? Ora tiro il filo! e tu rispondi - T'amo. - No, non lo tiro perchè se sentono la tua voce, guai! - Non diceva la
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rumore, perchè aveva bisogno d'udire una dolce parola. - T'amo! - disse la Giulia. E lo disse con tale accento d'amore da credere ch'ella fosse
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andò a bere al mesciacqua, attaccandovisi come un'assetata. - T'amo! T'amo! - si faceva dire ogni poco dalla pupattola, quasi che la dolcezza di
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, e dalla bambola uscì un gemito tronco, inarticolato: T'am... Il resto della dolce parola morì con Camilla, mentre le labbra ormai quasi fredde di
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quel che mi pare, e voglio affittarla per guadagnar dei soldi. Tu, che c'entri? - T'ho detto che per Sara ti pago io! La sorella gli piantò in faccia i
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