Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il romanzo della bambola

222132
Contessa Lara 32 occorrenze
  • 1896
  • Ulrico Hoepli editore libraio
  • Milano
  • paraletteratura - romanzi
  • UNICT
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ERA la sera dell'antivigilia di Natale. Una gioconda animazione regnava in tutte le vie di Milano: i magazzini fiammeggiavan di lumi; una gran folla

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Attilio le fece quel tiro, non avrebbe potuto davvero far nulla per lei. Ma gli fu grata almeno dell'intenzione: l'amor del prossimo è una virtù così

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segatura, le si rasserenò a poco a poco come per incanto. Che le importava adesso lo squallore del luogo dove l'avevano imprigionata, e la poca luce che

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Ma non era scritto nel libro del destino che la Giulia dovesse finir così: perchè anche le bambole, come noi e come le bestie, hanno, a quanto pare

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desiderio ne avesse, tranne che con qualche affettuosa e devota parola pronunziata piano, senza movere le labbra. Tutto visto e considerato

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scotendosi; la Giulia e Orlando riflettevano. Ormai, erano all'aria veramente aperta, che correva lungo due campi ricchi d'ogni gradazione di verde per le

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molto spazio; ma la Marietta, indovinando che lì dentro doveva esserci una gran bella cosa per lei, aveva voluto mettersela su le ginocchia, e badava

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accudivano a tutte le faccende di casa: spazzavano e spolveravano la camera da letto dei loro genitori, lo stanzino mezzo buio dove dormiva il fratello

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Lucietta, battendo le mani e saltando dalla gioia, perchè quell'idea le era proprio andata a genio. Nannina osservava, spalancando gli occhi ingenui

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accappattoio di crespo della China color limone; poi le tolse di capo la reticella, le disfece le trecce, ma per quanto si provasse e riprovasse, non seppe

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non lo maneggiavano; le palpebre le si erano chiuse da loro, come le si chiudevano sempre quando la coricavano supina; e così muta, immobile, pareva

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sotto il berretto di velluto, e salutasse col suo frustino alzato, d'un gesto risoluto e leggiadro, perchè un entusiastico battimani le dimostrasse

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sentir parlare, come se avesse voluto rispondere, e raspava nervosamente con le zampe sottili, sbruffando. Il giorno che il Moro - era questo il nome del

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: tante, tante cose graziose, e la vestiva come una principessina. Bei tempi! Chi sa se mai sarebbero tornati! Adesso, al ricordo del manicotto, le

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, dichiarandola troppo buona per la figliuola, poi la metteva da parte per sè, meno le scarpe, le calze, e altre cosette che non si adattavano in nessun

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tende di cotone bianco, d'una tavola, su cui la bambina faceva le sue lezioni per la scuola, d'un cassettone che aveva perduto il lustro, e di tre sedie

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, pettinati all'ultima moda, le si alzava un gruppettino di penne bianche; allo scollo, e su la sottana a strascico, portava delle trine tutte pieghe leggiere

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; perchè un soldo è una moneta assai piccola per un oggetto carino. Si tenne, perciò, un pezzo il soldo in tasca, girandolo e rigirandolo fra le dita

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. A un tratto, Camilla si ricordò della pupattola, e scesa dal letto, corse a prenderla. La spogliò in silenzio, e quando l'ebbe accosto, le susurrò

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Camilla si faceva sempre più pallida; sembrava che gli occhi le si fossero allargati, per via della lucentezza strana della pupilla e di quel cerchio

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un racconto lungo e noioso su suoi guai domestici. Il cuoricino di Camilla ebbe una stretta, che le mozzò quasi il respiro... e cercò con la mano arsa

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della propria esistenza; il destino di Camilla le parve il suo stesso destino; vivere e aver l'apparenza di morta; sentire e non poter dimostrare che

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sempre aver bisogno. - O allora, che cosa? - chiese lo sconosciuto con voce nasale e accento strascicato. - Il cassettone, la tavola, magari le sedie

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lei la bambola con tutte e due le braccia. - Ora vengo - gridò la bimba, precipitandosi per le strette scale, che sonarono dello scalpiccìo delle sue

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le era rimasto un gran desiderio d'affetto: ma un affetto che non poteva aver che fare con la Rachele. - Fortuna che non dovrò mai dire t'amo a

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La Giulia si trovava da alcune ore nella soffitta umida e fredda, dove appena un raggio di sole entrava per l'abbaino, quando le parve d'udire

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voce, a quella figura, la povera Giulia si senti quasi venire le lagrime agli occhi. Chi era quest'Orlando che le parlava cosi minaccioso? E proprio

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- È matto! - disse la Giulia fra sè, seguitando a fissare co' suoi larghi occhi azzurri l'individuo che le stava davanti. Costui era armato di

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Pagina 92

burattini, i più famosi guerrieri, le più belle dame che fossero mai state al mondo. C'era Rinaldo di Montalbano, c'era Rodomonte, c'era Sacripante

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Quanto a me, niente paura! persino la camicia avevo di ferro. È vero che il pubblico, davanti a cui si dava lo spettacolo, mi batteva le mani e mi

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A quest'ultimo verso anche i cani, in tutto il teatro, abbaiavano; le donne piangevano; gli uomini gridavano: - Dàlli a quella sgrinfia! - Ammazzala

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? - domandò la Giulia, non riuscendo a dissimulare una certa amarezza. - Bella, non dico: intanto era meno bianca di te. E poi le piaceva troppo di

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