quando si scoprisse l'arma, l'atterriva. Intanto l'aggiunto entrò in uno stanzino dov'erano parecchi libri, trovò un'opera stampata a Capolago col titolo
colpi d'arma da fuoco, balzarono in piedi, precipitandosi verso i bordi della navicella. Alle prime luci dell'alba, scorsero sotto di loro una grande
addosso al thug col pugnale in mano. Afferrarlo strettamente per la gola e cacciargli l'arma nel petto fu cosa d'un solo istante. Lo strangolatore cadde
stato fulminato. - Hurrà! hurrà! - urlò Bhârata. - Bel colpo! - esclamò il capitano, deponendo l'arma ancor fumante.- Getta la scala. - Il mahut ubbidì
arma la sventrò, poi rivoltandola contro terra la schiacciò coi suoi larghi piedi riducendola in un ammasso di carni sanguinolente e di ossa infrante
, padrone? - bisbigliò Kammamuri, prendendogli l'arma ed abbassandola. - Lascia che li accoppi, Kammamuri, - disse il cacciatore di serpenti. - Essi
il tavolo. - Non Saranguy, ma Tremal-Naik, il cacciatore di serpenti della jungla nera, - rispose l'indiano senza abbassare l'arma. Bhârata lo guardò
, seguito da uno scricchiolìo, come di un'arma da fuoco che veniva montata. - Tremal-Naik, - chiamò il thug. - Sei tu Hider? - domandò una foce soffocata
, confusa, distesa fra le erbe, ad una ventina di metri dalla riva. - Kammamuri, - mormorò. - Alzati ed arma le tue pistole. Il maharatto non se lo
a colpirlo. - Fallito! - gridò egli, gettando con collera l'arma. - Siamo scoperti! - Cosa facciamo, padrone? - chiese Kammamuri. - Mi pare che ogni
§Non aveva ancor terminato di parlare, che nel sottostante corridoio rimbombavano due colpi d'arma da fuoco, seguiti, subito dopo, dall'urlo di un
che se ne intendeva più d'un medico, sperò di salvare l'infelice. Prese delicatamente l'arma e lentamente, senza scosse, la estrasse dalla ferita: un
-Naik puntò rapidamente l'arma e lasciò partire il colpo. Il sipai cacciò un grido, batté l'aria colle mani e piombò in fondo al battello. - A chi tocca