Il cielo è fosco; il sole splende su la campagna una luce pallida, scialba; le foglie degli alberi sono già lievemente ingiallite; l'autunno batte
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buone notizie? IL RE. (stizzito:) Regina! Non siate, al solito vostro, uccello di malaugurio. LA REGINA. (più stizzita:) Sono uccello di malaugurio
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?... Segga... Come sta? Io sono viva per miracolo. Quanti guai, Madonna mia ! Pare impossibile ! CARLO. Lascia stare la vecchia ciarlona... Dobbiamo
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portamonete è ridicolo, e il primo a riderne sono io; ieri l'altro però questa storditaggine mi ha fatto rabbia. Andavo piano piano per via Quattro
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che sono, in questo caso, i soli giudici spassionati e competenti. LUIGI CAPUANA. Roma, 25 dicembre 1894.
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! — singhiozzò Ida per iscusarsi. — Hai ragione, — conchiuse la mamma ; — mi sono spiegata male. Il Signore non muore mai. Quello che hai visto nei
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non sono suo parente e non ne ho l'obbligo! Fossero almeno ragazzi! — Andate all'inferno, voi e i vostri quattrini! E la strega, fatto un cenno alle
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, ti piacciono i dolci? — Piacciono anche a te; te li fai tu stessa. — Ma io non ne mangio. — Perchè? Sei in gastigo? Quando sono cattiva, la mamma mi
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. — A me non dirà nulla; non sono suo figliuolo. Dalla stizza, aveva le lagrime nella voce. Parve raccogliersi per meditare un espediente, poi tutto a
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mutano questo genere di vita, o i bambini sono spacciati! Padre e madre atterriti, si rimisero nelle mani del dottore, lo implorarono con le lagrime
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loro col capo gli oggetti accatastati : — Quelli sono i letti. Ora li rizzeremo. Dormirete qui. Questa è la cucina. Quello è il forno. V'insegnerò a
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Molte volte la mamma aveva detto a Ernesto : — Non molestare le bestie; sono anch'esse creature del Signore ! — ma era stato sempre come dire al muro
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, stridono quasi indugiando nei saluti.... Sono già lontane. Addio rondini! Addio! Addio, Addio!
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soverchieria della strega. No! No! — Domani, prima che dal pretore, andrò dall'avvocato. Ora le orfanelle sono mie; sono le mie figlie, Lisa e
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della legge, se vi prestaste a favorire la stregaccia! — Sono vecchio, posso essere vostro padre, e ho il dritto di par- lare cosi. — Eh!... Fate pure
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rammendo, nè cucinare una minestra! La scuola è per le principesse. Su questo punto don Paolo non intendeva ragione. — Io sono della pasta antica
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, si rizzò inviperita, e non — Fatevi i fatti vostri, dragaccio! Che ve n'importa? Sono figlie vostre, forse? Ma don Paolo, che era una linguaccia
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. — Perchè? — domandava la bambina, un po' ingelosita di quella particolarità. — Perchè si chiama Lisa. Sono tuoi i garofani, il basilico, la menta. — Ma
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la testa non ci regge più! Così anche per le cose della santa Chiesa. — Dunque sono spacciato ? — Non esageriamo caro don Paolo !... Ecco qui un
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farmi morire di fame, povero vecchio? Ingrate, ingrate! Vi ho dato tutta la mia roba; mi sono spogliato per voi... ed ecco la ricompensa ! Dannate ! L
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, maravigliato, quasi le rivedesse dopo lunga assenza. E pareva ricordarsi di tutto, e pareva si vergognasse di quel che ricordava... — Sono stato pazzo? Oh
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e rimandarle a casa, pur ripetendosi di tanto in tanto: — Che deve importarmene? Non sono mie figlie ! Le mie figliuole, laggiù, ai Cappuccini, se le
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mamma non vuole. — Babbo e mamma sono dei grulli ! — rispondeva irritata la vecchia. — Fuori, fuori! E attrapparono un forte raffreddore, con tosse
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