Nell'aprile del 1868, dopo cinque anni di dimora in Firenze, tornavo in Sicilia. A Messina trovavo una novità: la ferrovia. Partendo, cinque anni
Verismo
grazioso che no. Divorava; era sempre affamato e con tanto di becco aperto, strillante; il piacere però di possedere un uccellino non raro in Sicilia
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, signor pretore? Volete buttare in mezzo alla strada queste povere creature? No; avrebbe ricorso, avrebbe messo sossopra mezza Sicilia, se il pretore
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chiamavano nonno, con la parola rispettosa e piena di affetto che si usa in Sicilia verso le persone di età. — Brave ! La domenica le conduceva a messa
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mangiare. Le porgeva mezza pagnotta, di quelle grosse e fatte in casa, che in Sicilia chiamano guasteddi. La bambina spalancò gli occhi dalla meraviglia
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