giacchetta ed i pantaloni lunghi davanti agli occhi, come meta da raggiungere a ogni costo; giacchetta e pantaloni valevano bene quattro mesi di studio
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occhi, tremante come una foglia : — Sciocco, perchè urli ? Che è stato ? — Niente, — egli piagnucolava. — Ero solo! — E avevi paura, al solito! Ma di
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tanto ! Senza dir niente, con le lagrime agli occhi, il babbo depose l'involtino dove la bambina l'aveva messo. La mamma singhiozzava. Io mi ero
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occhi neri. — Figurati! È il regno del Signore. - Ma come si campa lassù, se non si mangia ? — riprese Ida che era un po' giottoncina. — Non ce n'è
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, come verranno bene ! Il babbo se la strinse al petto; e dalla commozione aveva gli occhi pieni di lagrime.
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' : sei contenta d'avere questo bel Bambino Gesù! — Oh! Enrichetta, riunite le mani, le strinse forte e alzò gli occhi al cielo; non sapeva esprimersi
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agli occhi: — Ordini, per carità; sarà obbedito! E l'ordine fu questo: — Li mandino dalla nonna in campagna! — Dalla nonna? E parve dicessero: — Da
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sedile. Alla prima scossa del treno che si metteva in movimento, trasalirono, pallidi, sgranando gli occhi. Vedendomi sorridere, il meno pauroso mi
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ciechino cominciò a palparle, delicatamente, a una a una; e gli occhi senza pupille gli si dilatavano dal piacere, e la faccia gli sorrideva tutta in estasi
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s'era messo di buon umore, s' avvide di un tavolino apparecchiato in un angolo, e l'additò spalancando gli occhi. Il tavolino era ingombro di piatti
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abitudine, per ghiottoneria; infatti non si nutriva più. Stava appollaiata su la stecca, con le piume arruffate, con gli occhi intorbidati e le cartilagini
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alla valigia, con gli occhi inondati di lagrime e spalancati dal terrore di quella partenza di cui ora non poteva più dubitare, egli pestava i piedi e
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. Tartaglia e Arlecchino, con le sciabole sguainate, fanno la guardia andando su e giù; cascano dal sonno. È notte. ARLECCHINO. Aprite bene gli occhi; non ve
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ti cavano gli occhi con le granfie o col becco le bestioline infuriate? Era come dire al muro. Per ciò mamma e babbo, da qualche tempo in qua, non
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. Don Paolo non pareva più lui, con quegli occhi sorridenti, con quel viso schiarito dalla inattesa felicità; andava, veniva, rassettava, ripuliva
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anno ? Perchè? — Per lo zucchero, — rispose Bice con un fil di voce, abbassando gli occhi. — Come, per lo zucchero? Nessuno dei due bambini rispondeva
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centesimo. strega e levargliele di mano, che le povere orfanelle stettero un po' a guardarlo fiso fiso con tanto d'occhi, e subito si misero a piangere
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occhi, assaporando il piacere di quella nuova discoleria che gli aveva mutato in godimento inaspettato la segregazione dai compagni e la prigionia. ***
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rimase per molti giorni davanti agli occhi dubbiosi, che credevano averla riconosciuta. — Povera bestiolina! — pensavo tristamente. — Con questo freddo e
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rammentando che lo aveva lasciato nell'anticamera; e si asciugava gli occhi, di nascosto del pretore, brontolando quasi con singhiozzi: Legge da turchi
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avrebbe maritate, con la dote, ora che si potevano dire proprio sue figliuole; e allora.... allora avrebbe chiuso gli occhi in santa pace. Non chiedeva
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sorvegliava, la incoraggiava, — Brava! bene! — e aveva le lagrime agli occhi. — Tu intanto, Giovanna, fa fuoco sotto il paiolo; per scaldare l'acqua
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mangiare. Le porgeva mezza pagnotta, di quelle grosse e fatte in casa, che in Sicilia chiamano guasteddi. La bambina spalancò gli occhi dalla meraviglia
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vicino, poté illuderlo un istante; poi, con le lagrime agli occhi, guardò le bambine che dormivano, e tese i pugni, minacciando quei pezzi di ubbriaconi
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gli occhi la mano che scriveva la ricetta sul ginocchio della gamba accavalcata all'altra. E prima che il dottore andasse via, egli lo pregò di
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gli occhi su Giovanna; e don Paolo sembrava più arzillo di quando aveva leticato con la strega per le bambine. Soltanto la testa non lo serviva bene
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gli occhi e la fronte, quasi si destasse da profondissimo sonno. — Lisa !... Giovanna ! Le chiamava sorridendo, con voce tremula dalla commozione
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vestito nuovo fiammante sciorinato sul letto? Giorgio si voltava a ogni po', si levava da tavolino per rallegrarsi gli occhi guardandolo, e per tastare
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viventi che abitassero con lui quella tana, erano l'asino e un gatto; l'asino, vecchio, spelato, con le orecchie basse e gli occhi cisposi; il gatto
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ricerca dei figliuoli. Chi sa in che stato li avrebbe trovati ! Non credette ai propri occhi; — ed era passato appena un mese! — Abbronzati dal sole
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