a sedere da signora. Ecco. Io torno dall'ufficio. Voialtri, aspettate un pochino a venire. Tu fingi di cucire. ELENA. No, la signora Zaira legge
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RE. Si porti carta, penna e calamaio. (Una guardia eseguisce. Ad Arlecchino:) Scrivete. (Arlecchino scrive e porge lo scritto al Re che lo legge). IL
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funzionario e discutesse con lui. E si fermava su la possibilità che la legge gli dèsse torto; infatti la tutrice era colei, la sola parente. — Bella
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! dunque la legge vuole che quelle due povere creature vadano in perdizione? Io le raccolgo per carità, le strappo di mano alla stregaccia della zia
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