Novelle. Il Drago Pag. 1 La prima sigaretta » 56 I padroncini » 66 La Commissione »76 Aria! Moto! »86 Paura » 94 La commedia dei grandi rifatta dai
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S'era preso in braccio la bambina, ed era uscito per la campagna, quasi trascinato fuori di casa da tutta quella luce che sorrideva sul verde dei
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desinare abbandona il negozio all'onestà dei passanti e della fida clientela che si serve da lui. Quel giorno, alla rivendita dei pochi giornali e dei
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avessero voluto attentare alla vita dei loro figliolini; e marito e moglie erano ordinariamente d'una bontà estrema con le persone di servizio. Il
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rappresentazione del mondo dei fanciulli, con tutte le passioncine, con tutti i vizietti e i dolori e gli slanci di bontà e di affetto che lo muovono ed
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Villa Corsini. Passeggiavo lungo quei viali che non rivedevo da un pezzo. Quanti dolcissimi ricordi riprendevano vita all'ombra fresca dei rami densi
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chiave la tua mamma? — domandò il maggiore dei Colocci a Lello che era il maggiore degli Scalandri. — Perchè c'è la Commissione. — Chi è costei? — Certi
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.» GINO. «Si, pel gran pranzo di gala!» Ora mettiti a sedere; io entro in salotto. (1) Le parole dei personaggi imitati sono messe tra due virgolette
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divorata dai baci, se non ci fosse stata di mezzo la doppia grata. Enrichetta si mise subito a sgretolare allegramente uno dei dolci portatile dalla zia; e
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, portare quell'odiosa foggia fino a vecchio? Non se ne dava pace. Un giorno, finalmente, il babbo gli rispose: — Se passi col maximum dei punti, sarai
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procedeva e che alle fitte stazioni dei tanti paesetti sparsi su la linea scendevano e salivano i passeggieri, la strana impressione già si modificava; ed
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giocattoli, ma avevano atteso, tranquille, anzi raccolte, il momento di uscire di casa per la visita dei Sepolcri. In quei giorni la mamma le conduceva a
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essere ben grassa; invece di lì a poco mi accorsi che dimagriva sensibilmente, che perdeva la vivacità dei primi mesi. Un giorno ebbi a notare la
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sbandarono, impaurite anche dagli urli di gioia dei quattro ragazzi datisi ad afferrarle pei velli, per le corna, per le code, a rincorrerle chi di qua, chi
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femminile. C'era da strabiliare. E non era stata un'illusione dei suoi occhi soltanto. Quando l'amico ritornò, egli, additandogli il muro, gli disse
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. (tartagliando più del solito:) Ma.... ma....maestà. Ce...ce...cèleri, co...co...me... ARLECCHINO. (imitando il grido dei venditori:) Ceci! Cocomeri
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dal seggiolone dove passava intere giornate tossendo e lamentandosi dei cento malanni che aveva addosso; gli pareva che stesse meglio nell'altro mondo
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aveva mutato l'animo di quel cattivo bambino, sua disperazione, povera donna! Lo strattagemma era riuscito. Vedendo che per conto dei bambini poteva star
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ritagliata a disegni, lavoro artistico dei fratello che non aveva potuto procurarsi uno di quei fogli imitanti il tulle ricamato. Bice, col vasoio in
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Or accadde che un giorno le sorelle, per divertirsi con lui, si misero a fargli dei dispettucci. Una gli buttava giù i soldatini schierati sul
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. — Perchè no? Si sedette a uno dei tavolini, prese la penna, la intinse e cominciò a fare gravemente tutte le firme che mancavano; se non che, invece del
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confessarle. Intanto il bidello aveva portato un vassoio con due tazze, una cuccuma e dei biscotti; e il direttore, versato il cioccolatte, diceva a Dino
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addestravano ai gorgheggi difficili, provando e riprovando. Una mattina, mentre mutavo l'acqua dei beverini, due scapparono di gabbia, volarono un momentino per
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come vi pare e piace, giacchè viviamo sotto una legge peggiore di quella dei turchi! C' è Domineddio lassù; provvederà lui. Fate, fate pure! Ora vado a
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all'altro mondo, a dormire accanto alla moglie e alle figliuole nella sepoltura dei Cappuccini. Ogni sera, recitato il rosario alle sue care morte, si
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messe ogni anno, il giorno dei morti? No, non occorreva aver fretta; intanto stava sempre con l' animo sospeso. La morte arriva quando meno ce
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Carcò, dal notaio Miani, e poi da lui. — Oh! Ora si udiva benissimo, oltre il suono del contrabbasso, anche quello dei violini ; don Paolo si sentiva
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anche della salute dell'anima dei suoi clienti, dopo il notaio, s'affrettò a mandargli pure suo compare, il canonico. Ma don Paolo, che aveva dovuto
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seggiola, o su la catasta delle materasse o dei coltroni. Don Paolo durava quella vitaccia da più di trent'anni, divenendo sempre più aspro, più burbero
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le sigarette coll'ascich e chi l'aveva inventate. Così guarì della smania della giacchetta e dei pantaloni lunghi, e del vizio di frugare nelle
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pecoraio andò via, di nascosto dei contadini, per non farsi scoprire, si diedero a saltare, a ridere, a battere le mani, applaudendosi per la prodezza
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*** Angiolina e Alfredo erano ormai ridotti peggio dei loro genitori, cioè assai più paurosi dell'aria, della luce, del caldo e del freddo; e per
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