, passava davanti al Duomo e infilava la buia contrada dei Rastelli dietro una fila di cavalli condotti a mano dai postiglioni, entrava nell'ufficio delle
prosa letteraria
sull'entrata della sala, era il dottor Aliprandi che gli apriva l'uscio dell'alcova e gli diceva "bene bene", era, nella camera buia, un moto di ombre
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molto buia, io scendevo dall'alto e sotto di me vagava la visione. L'ho udito il profumo cadere sulle pietre. Perché, crudele, adorare quella divinità
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