parlava, nessuno faceva attenzione a lei: ella si mise a recitare mentalmente una fila di Pater, Ave e Gloria per la cattiva creatura seduta all'altro
prosa letteraria
Pater , degli Ave e dei Requiem , senza provarne soddisfazione alcuna, sentendo anzi una segreta contrarietà, uno sgradito disseccarsi del dolore
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mentre la voce nasale diceva le soavi parole "Ave Maria, gratia plena" con quella flemma, con quella untuosità, che sempre gli mettevano in corpo una
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te pòdet avè, tòtel." "Lei scherza", ribatté il professore, "ma Lei pure è un filosofo." L'ingegnere gli posò una mano sulla spalla: "Sentite, caro
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Accademia della crusca
