sul Credito fondiario 22 febbraio 1885, n. 2922 (serie 3a) e 17 luglio 1890, n. 6955 (serie 3a). (61 e 61-bis)
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Venne il periodo delle delusioni tra il 1890 ed il 1893, e la media dell'aumento del debito ipotecario diminuì da 300 a 210 milioni, la media delle
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libertà che era stata menomata, anzi distrutta dalla legge del 1890.
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Pareva, che, dopo questo fatto, che sopprimeva la legge del 1890 nella parte più essenziale, si dovesse tornare alla legge del 1885; si dovessero
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del 1890, perdè il diritto, il privilegio, che gli fu conferito di operare in tutta Italia, mentre gli altri istituti, che già avevano la stessa
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quale! pure l'onorevole relatore di quel disegno; di legge ci diceva (giustificando in un modo molto ingiusto per me la legge del 1890 e la
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Istituti di credito fondiario. Ed in quattro anni o meno era un risultato abbastanza sodisfacente e tale da non suggerire la legge del 1890 e tanto meno da
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al 31 dicembre 1885 ascendevano a 320 milioni, al 31 dicembre 1889, cioè prima che venisse fuori la legge del 1890, erano salite a 681 milioni.
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La legge del 1890, che all'onorevole Diligenti non è parsa mai la migliore delle leggi, ha creato un sistema di organizzazione del credito fondiario
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Modificazioni alle leggi sul Credito fondiario 22 febbraio 1885, n. 2922, (serie 3a) e 17 luglio 1890, n. 6955 (serie 8a). (61 e 61 bis)
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