inconsciente. Riposava, il marito, col volto sereno, nella beatitudine di un sonno profondo. Ella girò gli occhi paurosamente e lo guardò. Dormiva il sonno
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cui dire, quando l'istante fosse giunto : Sto per morire. E sentirsi chiudere gli occhi in pace. Continuando a pensare, colle tasche in mano
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spalle, le guancie paffute e gli occhi chiari, trasparenti, nei quali la pazzia benigna da cui era presa accendeva un raggio non privo di grazia. La
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maniche, cogli occhi bassi, nell'umiltà della propria impotenza, si allontanò dal letto per cercare il cappelo. — Dice che è stato?... — domandò ancora
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freddo, aveva sonno. Strisciando lungo il muro s'appostò contro l'invetriata di un caffè, figgendovi gli occhi. Alla prima tavola due o tre giovanotti
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spostare la linea, e non sarebbe stata più Psiche. Quanto al volto, due occhi, un naso, una bocca, i denti li aveva, i capelli pure e un'anima
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e tosto le passò per la mente il gaio volto ridanciano di chi aveva scritti quei versi sul taccuino, dopo una cena di capodanno, a occhi lustri e
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Nella culla tutta bianca il bambino si era svegliato, girando attorno i poveri occhi illuminati dalla febbre. Da quanti giorni soffriva, da quanti
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