più grandi riforme a cui rimase per sempre legato il suo nome, furono l'abolizione della tassa sui cereali; l'abolizione di tutte le tariffe
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. Dico 60,000 e non 80,000, perchè, se si distillassero cereali, ci sarebbero sempre 20,000 ettolitri di abbuono da togliere. Questa moltiplicata per 140
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tassazione, scesi a tal limite, da riuscire inferiori di 25 o 30 lire l'ettolitro al costo degli spiriti di cereali e inferiori di 15 o 16 lire e
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proprietari fondiarii fanno guerra accanita alla introduzione dei prodotti agrari esteri e segnatamente dei cereali ungheresi. D'onde la loro viva
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crisi agraria prodotta dalla grande concorrenza dei cereali dell'America e delle Indie.
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Nel 1888, si rimediò in parte a questo inconveniente. Il dazio dei cereali, da lire 1.40, si portò a lire 3 e poi a lire 5. Gli effetti di questi
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Di fronte ad una concorrenza disastrosa dell'America, delle Indie, della Russia, dell'Africa, non stabilì dei dazi di difesa pei cereali; non aumentò
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Essa come risultato ci presenta: la crisi economica prodotta prima dal ribasso dei cereali e indi aggravata dalla mancata esportazione del vino, e
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Agli inconvenienti della tariffa del 1887 si rimediò in parte nel 1888 aumentando il dazio d'entrata sui cereali. Speriamo che si sia rimediato
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Ma se si è rimediato per i cereali, non si è rimediato per il bestiame, non si è rimediato per i cavalli, non si è rimediato per i formaggi, non si è
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L'Italia produce poco; le sue industrie sono nascenti; l'agricoltura non produce i cereali, il bestiame, i cavalli, i formaggi, le lane
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cereali, e via discorrendo, siamo tributari all'estero.
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Accademia della crusca
