Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: paura

Numero di risultati: 33 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Malia. Commedia in tre atti in prosa

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Luigi Capuana 3 occorrenze
  • 1891
  • Stabilimento tipografico di E. Sinimberghi
  • Roma
  • verismo
  • UNICT
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Non aver paura! Non ti mangia. Scherzo. È un po' leso di cervello ma non cattivo.

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Lo veggo; fa paura a tutti!... Sono venuto anche per un po' di mosto... Vino cotto ci vuole per questi cani, se Gesù Cristo me lo benedice...

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Stiva solida: non abbiate paura.

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La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene

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Artusi, Pellegrino 3 occorrenze

conosce per nulla la farina di castagne e credo che nessuno abbia mai tentato d’introdurne l’uso; eppure pel popolo e per chi non ha paura della

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questo s’incida col coltello una croce non perchè esso e gli altri così fregiati abbiano paura delle streghe; ma perchè a suo tempo dieno segno del

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fuoco di legna in una caldaia di rame non stagnata e non abbiate paura perchè l’acido non attacca il rame se non quando è fuori del fuoco e perde il

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IL MAESTRO DI SETTICLAVIO

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Boito, Camillo 6 occorrenze

aveva gli occhi stravolti". "Quando?". "In chiesa". "Avrà avuto paura, non conoscendo la cagione del trambusto". "Io credevo anzi che si sentisse male

qui a passare i mesi delle vacanze, ora ti facevano ridere ed ora ti mettevano paura. La dama, ti ricordi? con il guardinfante verdone e con una pira

la barchetta snella ondeggiasse ad ogni movimento, quasi ad ogni colpo di remo, la donna innamorata non sentiva nessuna paura, e ripeteva con

s'allunga. L'allegria o la tristezza, l'ardire o la paura fermano l'attimo; e si pensa in un minuto più e meglio di quel che in terra si penserebbe

, scappando; ella cadde sull'erba. "Hai paura?" le domandò il tenore. "No" rispose Nene, e gli stese le braccia, perché la rialzasse. Il vento, che fischiava

rimettersi, e poi alzò sopra di me gli occhi così stravolti, che ne ebbi paura. Certo, era matta. Continuò, facendo da sé sola dieci passi indietro e

LE DUE MARIANNE - I CONIUGI SPAZZOLETTI

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De Marchi, Emilio 4 occorrenze

... SIGNORA: Io credo... che... LUIGI: Guarda che son stato a Mentana ve'... Non ho avuto paura delle baionette francesi io, e non voglio aver paura

chiuso col gattino ) NARCISO: C'è tempo per la Bullona? CAPO: Gh'è xè tempo... gh'è xè tempo... LEI: Pazienza, pover mort. Gh'avevi quasi paura de dormì

pu vuna men l'è minga quella che fa... ( esce ) MENICA: Gh'ò paura che g'abbien pagà el grappin per strada a quel pover martor. De che acqua el parla

; ma la paura di lasciarsi cogliere all'agguato vegliava in lei come un cane di guardia. Fra il sonno e la paura avveniva spesso a intervalli una

IL PAESE DI CUCCAGNA

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Serao, Matilde 17 occorrenze

e di speranza. Ah! no, non aveva paura, egli, della solitudine e della notte e dei piccoli rumori dei vecchi mobili, dei vecchi soffitti

sorella Annarella, suo cognato, Maddalena fu presa da un fremito di paura; si strinse al muro, come se volesse rientrarvi, abbassò l'ombrello e pregò

affetto, pareva superbia, pareva paura, quasi che il vecchio capisse dove era il rimedio e non potesse, non volesse usarlo. Dubbioso, affacciandosi

cenno risoluto, quasi che superasse una paura, un disgusto. Spesso, Carlo Cavalcanti le veniva incontro, con una collera fredda, o col viso stravolto

oscuri miracoli di volontà arrivavano a strappare, Dio sa come, Dio sa dove, e nella paura delle sue giuste minaccie, avevano financo tolto a lui

facevano paura, ogni sera sgorganti nella frase impetuosa, talora tenera, talora collerica, di suo padre; né si poteva abituare a quegli sfoghi di

popolo fa paura anche ai fieri misuratori della folla. Vi era gente sino ai Gerolomini e sino al Pendino, in sotto e in sopra, e nei due portici che sono a

aspetti: lo vedrai. - Che Dio mi assista! - disse ella, segnandosi, in preda a un tremore invincibile. - Hai paura? - chiese egli, ghignando, non

, tremando ancora, di una complessa emozione d'ira, di pietà, di paura, egli si avvicinava alla stanza, ma non entrava, chiamando la cameriera sulla porta

Corso Vittorio Emanuele, non parlando, comprese in un raccoglimento di vaga speranza e di vaga paura. Chiarastella, la fattucchiara, bitava

grassi scherzi erano interiezioni di paura o di speranza: il tutto accompagnato da un clamore sordo, come se fosse il coro in minore di quella tempesta

di paura, temendone mali peggiori. Quando facevano i conti, insieme, egli diceva di aver pagato quella tal fattura e non era vero, o l'aveva pagata in

stanza… ho chiamato il padrone. - È rinvenuta da sé, stanotte? - Sì. - Ha avuto paura? - Non so… non credo… - disse quella esitando sempre. Parlavano a

' ella, crollando il capo. - Ma non vengono soli… - Forse, viene pure un'altra comitiva. - Per fare che? - gridò lei, sentendo concentrarsi la sua paura

molliche di pane, di bucce di frutta. Pareva, la casa, il covo di due animali ricacciati per giorni e per settimane nella loro tana, dalla paura del

, con un sorriso fra la scherzosa paura e la beatitudine materna. - Bah! - esclamò il giovane padre, staccandosi dalla culla e venendo presso sua moglie

, bisognosi e agiati, che impeto invincibile che rispettava, per una sacra paura, il carro del mago, ma che gli faceva un trionfo, una gloria di

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