Ah! bella Madre Maria!... Mi tormentate per capriccio
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(Ah, bella Madre Maria ! Datemi forza!)
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(Si sentono di fuori i tamburi della confraternita e il canto «Viva Maria» delle donne. Si vedono passare le cime degli stendardi).
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Diciamo delle figlie di Maria. O non era figlia di Maria anche comare Nedda? Il marito però a lei non gliel'ha trovato il padre spirituale. Ci ho
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È vero, comare Caterina, che per le figlie di Maria ci pensa il padre spirituale?
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Dico per chiasso. Comare Caterina non ha bisogno di me. È delle figlie di Maria e ne porta la medaglia sul petto... Fossi io questa medaglia!
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assodarlo a bagno maria con fuoco sopra. Cotto e diaccio che sia, una lama di coltello passata all’intorno e la carta del fondo vi daranno aiuto a sformarlo
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per cuocerlo a bagno maria. Sformatelo diaccio, levategli la carta colla quale avrete coperto il fondo dello stampo e tagliatelo a dadini della
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. Fate bollire alquanto, poi ritirate il composto dal fuoco e conditelo aggiungendo le uova per ultimo quando sarà diaccio. Cuocetelo a bagno maria come la
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Ve li garantisco genuini e provati colla scorta di una ricetta che mi sono procurato da una famiglia di S. Maria Capua Vetere; vi dirò anche di
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Si può dare migliore aspetto a questi contorni restringendo il riso a bagno maria entro a uno stampo; ma badate non indurisca troppo, chè sarebbe un
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stampo, tiratelo a sapor delicato con odore di tartufi o di funghi secchi. Cuocetelo a bagno maria e servitelo caldo con alquanto sugo sopra per dargli
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burro: versateci il composto e cuocetelo a bagno maria.
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mezzo e la carta imburrata sotto, mettetelo a bagno maria, sformatelo caldo e guarnitelo colle rigaglie in mezzo.
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balsamella verde poi colla gialla e fatela ristringere a bagno maria. Sformatela calda e riempitela nel mezzo con un intingolo ben fatto di rigaglie di
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insieme. Mettete il composto in uno stampo liscio con una carta imburrata sul fondo e cuocetelo a bagno maria.
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il cui fondo sia coperto di un foglio. Cuocetelo al fuoco o a bagno maria e servitelo caldo.
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nel mezzo, cuocendolo a bagno maria. Sformatelo quand’è tuttora caldo e mandatelo in tavola riempito di un umido delicato di rigaglie di pollo, oppure
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Cuocetelo a bagno maria in uno stampo bucato se avete un intingolo di carne per riempirlo; se no, mettetelo in uno stampo liscio e servitelo per
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composto in uno stampo liscio col buco in mezzo, regolandovi come per gli altri sformati, cuocetelo a bagno maria e servitelo caldo come piatto di tramesso
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servendovi di uno stampo liscio e bucato, cuocetelo a bagno maria.
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alquanto, tirateli a cottura con sugo di carne. Ritirati dal fuoco, legateli con balsamella, uova e parmigiano e assodate il composto a bagno maria.
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D’inverno sciogliete il burro a bagno maria, poi lavoratelo alquanto coll’uovo intero, indi versate lo zucchero e poi la farina, i rossi d’uovo, il
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, e per ultimo il burro liquefatto a bagno maria. Si mette il composto in una teglia di rame unta col burro e spolverizzata di farina o di pangrattato e
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D’inverno rammorbidite il burro a bagno maria e lavoratelo colle uova; aggiungete la farina e il latte a poco per volta, poi il resto meno l’uva che
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riposo per un’ora o due, indi unite al medesimo il burro, sciolto a bagno maria, l’uva e il candito; versatelo in una teglia o in una forma liscia
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Lavorate prima il burro da solo con un mestolo, rammorbidendolo un poco d’inverno a bagno maria, aggiungete i rossi ad uno ad uno indi lo zucchero e
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circa mezz’ora, rammorbidito d’inverno a bagno maria, girando il mestolo sempre per un verso; aggiungete lo zucchero e lavoratelo ancora molto, per
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con latte diaccio. Quando sarà bene inzuppata strizzatela da un canovaccio e passatela dallo staccio. Il burro, d’inverno, struggetelo a bagno maria e
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in polvere. Mescolate questa polvere alle sei chiare montate, mettete il composto in uno stampo unto con solo burro diaccio e cuocetelo a bagno maria
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cuocetelo a bagno maria.
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finchè avrete roba. Per ultimo versate adagio adagio il latte preparato nel modo anzidetto, cuocetelo a bagno maria e servitelo caldo.
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le chiare montate. Cuocetelo a bagno maria per tre ore intere ponendovi il fuoco sopra, soltanto nell’ultima ora.
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421. Croccante a bagno maria
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’uovo e poi il latte, mescolate bene e versate il composto in uno stampo col buco in mezzo, che avrete prima unto col burro. Cuocetelo a bagno maria e
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sufficienza, passatelo da un colatoio di latta non tanto fitto e versatelo nello stampo già preparato. Cuocetelo a bagno maria con fuoco sopra e quando
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Mettete il composto a cuocere a bagno maria e rimuovetelo spesso col mestolo onde non si attacchi al vaso. La cottura e il grado giusto di densità
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prendere il colore marrone-chiaro. Versate il riso in questo stampo e rimettetelo al fuoco a bagno maria che così assoda ancora e scioglie lo zucchero
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. Aggiungete allora le uova, mettendo Prima i rossi e quindi le chiare montate; cuocetelo a bagno maria e servitelo freddo.
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a bagno maria in gelo, N. 421.
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alla Maria di rispondergli che non voleva asso- lutamente veder nessuno. Lo Zen s'informava della malattia di Nene, tornava dopo qualche ora, e se ne
insieme lo Zen e Maria, la donna di servizio. Li tenne in camera quasi mezz'ora, ed uscirono entrambi commossi. Mirate aveva voluto presiedere lui
che uscisse, e gli sbatté l'imposta dietro le spalle. "Ov'è Nene?" domandò alla serva. "Credo che sia in fondo all'orto" rispose la Maria dalla
volto nascosto fra le mani, donna Bianca Maria Cavalcanti parea che meditasse, dopo aver pregato. Sino a che la luce crepuscolare aveva illuminata la
L'amore di Bianca Maria Cavalcanti e di Antonio Amati si era fatto più forte e più doloroso. Anzi il segreto cruccio mesceva non so quale attraente
sarebbe mai più rientrato in casa sua, a portarvi i suoi malefizii. Bianca Maria era giovane, era forte, avrebbe vinto il male. Così egli si ostinava nella
di Dio, irimpetto al balcone del dottore, era la marchesina Bianca Maria Cavalcanti, una signorina assai nobile, ma adesso assai decaduta, povera
Il dottor Antonio Amati era profondamente innamorato di Bianca Maria Cavalcanti. Quel rude cuore che era diventato ferreo nella lotta con la scienza
chiesto in prestito, per far vivere Bianca Maria, dormivano nell'anticamera, stanchi e dolenti, forse: Bianca Maria dormiva nella sua fredda stanza, da
Donna Bianca Maria Cavalcanti aveva riletta otto o dieci volte quella lettera, prima di riporla in tasca: e mentre, tutta sola nel grande nudo salone