Milano l'offerta di un posto di duemila svanziche l'anno, e l'ho rifiutato". "Non vorrei che tu avessi fatto una corbelleria". "No, maestro; ella stesso
era divenuto appaltatore e riccone. Gli doveva più di duemila lire, a don Crescenzo, il barone Lamarra, e quando costui lo ebbe aspettato, per due o
sperandone una diversa. - Ve l'ho detto: per duemila lire. L'avvocato crollò il capo: il barone sbuffò. - È troppa perdita, è troppa perdita! - gridò
lotto di don Crescenzo, respirò e contò mentalmente. Delle duemila lire ne aveva date duecento all'avvocato Ambrogio Marzano, il buon vecchietto
e la folla, che si avanzavano insieme, erano un seguito di bocche aperte, mille bocche, duemila bocche che cantavano gravemente e il cui gran rumore