. Eppure, se tu vai a Brescia, puoi ve- dere nella chiesa di San Filippo, appesa all'altare del Santo, una lingua d'argento, voto di Don Antonio, quando
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Clemente e non poteva quindi essere ve- duta da Nene, continuava il pestar dei piedi sui gradini di legno, con qualche tonfo e vivi chiacchiericci dei
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occhi celesti; il collo di ne- ve; la persona non alta, ma formosa; sopra tutto quella sua nuova espressione di fermezza e di contentezza, le davano un
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morì un sass. Cunta su... GAITAN: Ma fa citto ve'... se sa mai... Mi seri su a specciai quand senti batt la porta. Voo a dervì e vedi sott on' ombrella
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... SIGNORA: Io credo... che... LUIGI: Guarda che son stato a Mentana ve'... Non ho avuto paura delle baionette francesi io, e non voglio aver paura
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e di cartapesta come tutte le altre. Cominciano allora ad annoiarsi del giuoco; non ve lo dicono, ma sbadigliano. Si sdraiano sulla vostra poltrona
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felicità del mio avvenire, promettete di farla? - Tutto quello che vuoi, figliuola, sono il tuo servo... - ... È una grazia singolare, ve la dirò più
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piccoli fili bianchi. - Beh! avete perduta la lingua? Di che si tratta? - chiese, ridendo, donna Concetta. - Ecco, donna Concettina, ora ve lo dico io
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burla. Sono tre anni, capite, che voi ci andate ripetendo le cose più strampalate, con la scusa che ve le dice lo spirito: tre anni che ci fate
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faccia ammalare, e lo faccia scartare dalla leva. - Figliuola mia, non è possibile. - E perché? - Perché non ve ne sono, di quelle medicine miracolose
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completare il favore. Domani ho una piccola scadenza di cinquecento lire e non sono pronto… dovreste prestarmi voi, queste cinquecento lire e io ve ne dò
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allo spirito buono, né al cattivo? - A nessuno di essi. - E perché? - Perché non esistono. - Chi ve lo ha detto? - Ma la scienza, ma i fatti: basta, mi
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, in su, in via Pignasecca, ve ne era un altro, di Banco lotto; e sempre, nel raggio circolare di due a trecento passi, ve ne erano degli altri, di
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, ve ne prego, andatevene fuori, - supplicava Margherita, vedendo che la figliuola fissava i suoi occhi, ora carichi di un'intensa collera, ora di un
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, compare mio, non mi movo, ve lo giuro per la vista degli occhi! Guardo questa mangiata, niente altro! - E non uscite? - No. - Non parlate con nessuno? - No
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perché tu veda e senta lo spirito. - No, non ve ne andate! - gridò ella sollevandosi sul letto e attaccandosi al suo braccio, con una stretta disperata
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di tutto questo, disgrazie, disgrazie! Ogni tanto, ne viene giù una fitta, di queste disgrazie, ve ne è per tutti, fratello mio, sorella mia! Era
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l'altro, con la voce tremante. - Lascio mia madre, che non ha pane, capite? Vado a Roma. Se fo denari, ve ne mando. - Quando, andate? - Domani… sì, domani
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questo, - disse l'altro, enigmaticamente. - Don Pasqualì, voi i numeri non li sapete! - disse don Gennaro, ridendo. - E a voi, che ve ne importa
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, energicamente. - Non vi è rimedio, dunque? - ella disse, con la sua voce ferma di donna buona e amorosa. - Non ve n'è, - rispose lui, aprendo le braccia, con un
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- diss'ella timidamente - vorrebbe vedervi… ve l'ho detto… - Vedermi, vedermi… per raccontarmi dei guai, per sentire il racconto dei miei guai… bel modo
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un centesimo mio, sapete! Ve li mando a voi, mammà, i denari, dentro una lettera, e papà non deve aver niente!… - Figlio mio, che t'ho a dire? - si
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provvidenza… - Io gli farei un vestito, anzi che dargli da mangiare… - Santa Lucia gli guardi la vista, perché per l'appetito non ve ne è bisogno… Ma erano
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Accademia della crusca
