di me medesimo. Non posso dormire, come accade ai vecchioni, più di due o tre ore la notte, e ho gli oc- chi sani, e non cavo troppo gusto a leggere
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, di pettegola, di fringuello... che vale un pappagallo. La sala, in cui ella si trovava, era addobbata con un gusto molto provinciale, ma con molta
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uomo di gusto. - Li darei.., secondo la donna. A Lillina, no… - Non so se glieli do, non lo so, - proruppe, nuovamente, frettolosamente, Ninetto Costa
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un gusto matto a quello scherzo, vi attaccavano qualche altra cosa da mangiare o da bere, una bottiglia di vino rosso, una forma di cacio ravvolta in
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prestato le quaranta lire. Intanto provava il gusto di stare là, di attendere il suo turno. Al settimo terno secco, don Domenico spiegò la sua
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Accademia della crusca
